Una figlia come teLo chiamano “istinto del nido”

Oggi ho fatto il secondo elettrocardiogramma. Tra le mie paure legate al parto – che ho abilmente dissimulato fino all’ottavo mese (“Ma come sei tranquilla!”, mi dicevano) – c’è quella dell’infarto...

Oggi ho fatto il secondo elettrocardiogramma. Tra le mie paure legate al parto – che ho abilmente dissimulato fino all’ottavo mese (“Ma come sei tranquilla!”, mi dicevano) – c’è quella dell’infarto.

So che può sembrare quanto meno insolito. Più convenzionali sarebbero la paura del dolore o una più nobile ansia di diventare genitore. Tuttavia, se ci pensate bene, in sala parto sono pronti (più o meno) a tutto: ma a un colpo al cuore?

Mentre ero stesa sul lettino del cardiologo, impomatata su polsi, caviglie e torace e con quelle pompette attaccate, cercavo di distrarmi per evitare che l’emozione del momento mi facesse venire la tachicardia. Poi con un grafico pieno di punte in alto e in basso come mi sarei presentata da Mr G.?

Così ho cominciato a pensare alle cose che devo mettere a posto.

Visto che i miei ritmi quotidiani in congedo maternità hanno subito un invecchiamento repentino di circa 50 anni – lo capisco dai condomini che incontro quando esco di casa: età media molti anta, quelli che la abbassano è perché si portano dietro la badante – ho un sacco di tempo libero. Che ho deciso di dedicare allo smonto e rimonto degli armadi per il cambio di stagione.

Vi sembrerà superfluo, ma bisogna fare un po’ di spazio per le tutine e i mini-vestiti del bebè!

Siccome alle manie non c’è mai freno, prima di procedere materialmente – pratica per cui mi servono le braccia possenti di Mr P., che sarà molto felice di tirare tutto giù dagli scaffali e poi rimettere tutto su – ho anche fatto un disegno su un blocco note. Ho riprodotto l’armadio e in ogni sezione scritto cosa devo mettere. La buona organizzazione è innanzitutto una questione di metodo.

Comincerò dal guardaroba. Dove una serie di scatole e mensole stracolme oppure vuote fanno da natura morta a un tripudio di sciarpe, borse, shopper per la spesa, svuota-tasche e altri oggetti dati per dispersi mesi addietro. Un’esplosione di accessori in un metro quadrato, che neppure il più potente profumatore per ambienti riesce più a governare.

Sono giorni che sto cercando un paio d’orette libere per l’intervento. E la cosa più strana è che attendo con piacere il momento di cominciare. Mi va di mettere in ordine!

Del resto, come dice anche la mia bibbia Cosa aspettarsi quando si aspetta, se alcuni giorni stramazzo sul divano con le sole e poche energie sufficienti a schiacciare il pulsante del telecomando, altri mi sento iperattiva e con una gran voglia di sistemare tutto. Con l’aggravante di organizzare, inscatolare, etichettare qualsiasi oggetto trovi sul mio cammino.

Oggi sono in modalità due. Quella che chiamano istinto del nido. Ecco, io posso dire con certezza che questo istinto ce l’ho.

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