Ci risiamo. Dopo Zapatero in Spagna, ora anche il governo socialista di François Hollande, in Francia, è in procinto di abolire dal diritto di famiglia i ruoli di madre e padre, che verranno sostituiti dai termini più neutri di “genitore 1” e “genitore 2”. La nuova dicitura comparirà in tutti i documenti con valore legale, inclusi i certificati di nascita. Il provvedimento rientra in un più ampio progetto legislativo, annunciato da mesi, che legalizzerà i matrimoni omosessuali e darà alle coppie gay il diritto di adottare dei figli.
La Chiesa d’Oltralpe però non ci sta e si mobilita. «Dovremmo indire un referendum per consentire un reale dibattito su un tema così delicato», ha dichiarato monsignor Dominique Rey, vescovo della regione meridionale di Frejus-Tolone in un’intervista a Nouvelles de France. «La maggioranza della popolazione è d’accordo con una visione tradizionale del matrimonio», ha aggiunto il prelato mettendo in guardia contro «l’apertura del vaso di Pandora».
Dopo un incontro con il ministro dell’Interno Manuel Valls, anche il cardinale Philippe Barbarin ha lanciato l’allarme: «I matrimoni dello stesso sesso spianano la strada a poligamia e incesto». Un pericolo su cui di recente aveva messo in guardia anche l’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, dopo la decisione della giunta Pisapia di istituire il registro delle coppie di fatto.
Già qualche anno fa, ad esempio, il ministero della Pubblica istruzione inglese ha suggerito agli insegnanti di redarguire i bambini che si riferiscano ai propri genitori chiamandoli “mamma” o “papà” perché ciò farebbe sentire discriminati i bambini cresciuti da coppie omosessuali.
A dispetto delle proteste, il ministro della Giustizia Christiane Taubira tira dritto per la sua strada e dice che la nuova legge, che dovrebbe arrivare in Parlamento già questo mese, «è necessaria per secolarizzare il legame del matrimonio» e permetterà alle coppie dello stesso sesso di adottare dei figli. Taubira va al nocciolo del problema, svelando senza troppi giri di parole qual è il vero obiettivo dell’ennesima irrazionale crociata laicista: distruggere la specifica dimensione del matrimonio e dell’educazione dei figli nella famiglia biparentale ed eterosessuale (mamma e papà). «Secolarizzare le nozze», appunto. Ma se per la legge non esistono più marito e moglie, madre e padre – e la legge è certamente lo specchio della cultura e della società in cui si vive – non esistono più, con il loro significato e caratteristiche differenti, il matrimonio e la famiglia.
In un’intervista di qualche anno fa al Time, Zapatero spiegò in questo modo la piena equiparazione giuridica di ogni possibile famiglia, naturale e no, sotto ogni profilo costituzionale e del codice civile: «Non sono un grande leader ma solo un buon democratico. Ecco il mio socialismo ciudadano: riconosco che quando una forte maggioranza di cittadini dice qualcosa, quel qualcosa è giusto».
Ma questa non è la democrazia, che è un complesso sistema di difesa delle libertà definite da una antropologia ben definita e non un assoggettarsi a ciò che piace alla maggioranza del momento, ma un populismo senza leadership e senza spina dorsale che inginocchiandosi di fronte alla tirannia della cosiddetta opinione pubblica mina alla base le fondamenta stesse del vivere civile e dell’identità di ogni singola persona.