Il mio articolo sul Nobel 2012 a Shapley e Roth è uscito ieri sera su Linkiesta. Mi sono divertito moltissimo a leggere le motivazioni perché non conoscevo granché il lavoro di questi due economisti (tranne vecchie reminiscenze del MasColell), ed è sempre un piacere quando i benefici potenziali degli scambi vengono realizzati in modo da rendere più contenti entrambe le parti…
Se fosse così anche in politica, non avremmo gran parte delle politiche:
- Non dovrei venire sacrificato in quanto giovane sull’altare dei sistemi previdenziali a ripartizione, quando io so che non avrò che una pensione da fame in cambio di contributi esosissimi
- Non dovrei pagare di più per treni, autostrade, taxi, merci d’importazione, prestiti, assicurazioni e altre cose che lo stato rende più costose per avvantaggiare alcuni a danno di tutti gli altri
- Non vedrei milioni di disoccupati e sottoccupati pagare il costo della crisi perché il resto dei lavoratori deve conservare tutti i privilegi e spostare tutti i costi agli altri
- Non vivrei in un paese con una spesa pubblica enorme e inefficiente che serve soltanto a comprare voti, e produce bassa competitività e bassa crescita, e in un paese con un debito pubblico così enorme da pesare come un macigno sulla sostenibilità dei conti pubblici e il futuro dell’economia.
Se vivessimo in un mondo dove tutti i giochi mutuamente vantaggiosi venissero giocati bene, e tutti i giochi con vincitori e vinti venissero evitati, vivremmo in un mondo migliore. Purtroppo la politica, grazie al fatto che il potere può separare i benefici dai costi e spostare i primi su chi ha potere e i secondi su chi non lo ha, sembra costruita apposta per incentivare ogni forma di gioco a somma negativa, finché la società non verrà distrutta sotto il peso della stupidità, il cinismo e l’inefficienza delle politiche.
Pietro Monsurrò
@pietrom79