Mi consentoNulla contro Renzi, ma l’ultimo nuovismo produsse Di Pietro e Berlusconi

In Italia sono considerato giovane, o giù di lì. Ma ho 42 anni. Dovrei sentirmi (dovrei?) infiammato da questa ondata o forse sarebbe più corretto scrivere rigurgito di nuovismo. Non lo sono. Così ...

In Italia sono considerato giovane, o giù di lì. Ma ho 42 anni. Dovrei sentirmi (dovrei?) infiammato da questa ondata o forse sarebbe più corretto scrivere rigurgito di nuovismo. Non lo sono. Così come dovrei scrivere anche un articolo più approfondito di questo, ma la noia è un pessimo compagno di viaggio e il tema mi annoia. Così come gran parte di quello che invece pare interessi l’opinione pubblica.

So solo che un po’ sono preoccupato. Questa caccia a liberarsi dell’anziano non mi piace tanto. Sì, lo so, gli anziani hanno avuto le loro opportunità. E finalmente una battaglia politica sta spargendo del sangue. Forse è il solo ineluttabile percorso da seguire quando avviene un cambio della guardia, con i “vecchi” che non vogliono mollare e i “giovani” che li vogliono spodestare.

Sarà tutto giusto, però non mi eccito. Non tanto per il nuovo in sé, che potrei anche sperimentare. Quanto per quel che sta producendo: come se si potesse ragionare in termini puramente anagrafici, per quote. Vent’anni fa il nuovismo produsse Berlusconi e Di Pietro; e oggi, chissà, forse perché sono bastian contrario, mi fermo a riascoltare su Youtube i discorsi di Craxi e leggo, sì lo ammetto, le interviste a Gerardo Bianco quando le rilascia.

Va tutto bene. Facciamo solo in modo che tra vent’anni non si pensi con nostalgia a quelli che oggi vengono “rottamati” dal sistema.

Ecco, in fondo una cosa l’ho capita. A 42 non si è poi così giovani.

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