Sarà un autunno burrascoso, nell’Oceano Indiano. Ma a preoccupare i naviganti non sono tanto le bizze meteorologiche, quanto piuttosto una probabile recrudescenza della pirateria: il calo di intensità delle scorrerie operate dai pirati somali negli ultimi sei mesi, infatti, potrebbe essere soltanto la quiete prima della tempesta. Parola del contrammiraglio della Marina Militare Italiana Enrico Credendino, comandante in capo della forza navale europea “Eunavfor”, impegnata nell’operazione “Atalanta” in contrasto alle scorribande dei pirati contro il naviglio commerciale internazionale.
«Da sei mesi a questa parte, gli attacchi della pirateria si sono sensibilmente ridotti», ha dichiarato martedì scorso il contrammiraglio Credendino durante la conferenza stampa tenutasi a bordo di Nave San Giusto, in occasione del suo attracco a Mascate, in Oman. «L’Oman è uno stato chiave nella regione», ha detto il comandante salutando proprio i “padroni di casa”. «Le autorità locali sono molto attive nello scambio di informazioni» ha sottolineato.
La missione, di cui Credendino è al comando da agosto, è stata un successo tecnico. «L’obiettivo primario è cercare di stabilizzare l’area – ha detto l’alto ufficiale della marina italiana – ed Eunavfor è parte integrante delle operazioni per scoraggiare le attività di pirateria nella zona».
Ma i risultati positivi conseguiti finora non possono e non devono essere una scusa per abbassare la guardia. Anzi.
«Al momento abbiamo conseguito un successo tattico, ma che può essere ribaltato» aveva dichiarato nelle scorse settimane il contrammiraglio Gualtiero Marchesi, vicecomandante delle operazioni. «È della massima importanza che la pressione sui pirati somali e il loro modello di business sia mantenuto e addirittura aumentato, dal momento che il contesto strategico e la situazione in Somalia che fino ad ora ha permesso ai pirati di agire non è ancora cambiata». Per questo motivo, proseguiva la disamina di Marchesi, «Le marine internazionali e tutte le navi mercantili in transito nella zona ad alto rischio devono restare vigili e fare la propria parte a sostegno della lotta contro la pirateria». E Credendino stesso mette in guardia: «Prevediamo che i pirati tornino all’attacco a partire dal mese di ottobre».
Sotto il comando del contrammiraglio italiano a capo di Eunavfor ci sono attualmente sei navi e cinque aerei. Ma al lavoro di pattugliamento e controllo in alto mare deve essere affiancata anche una forte operazione di contrasto sulla terraferma. A questo proposito, il contrammiraglio Credendino ha detto che la guerra ai pirati dichiarata nel suo paese dal nuovo presidente somalo, Hassan Al Shaikh Mahmoud «sarà fondamentale: noi ci occuperemo dei pirati nelle acque territoriali, la polizia e le agenzie di sicurezza se ne occuperanno a terra». Altre missioni, come Eucap Nestor e il dispiegamento Amisim hanno contribuito a rafforzare la capacità della Somalia di sorvegliare i propri confini, coste comprese. «La missione Amisom ha fatto un ottimo lavoro» ha detto il comandante italiano. «È stata una presenza stabile, e sta addestrando le forze somale. La missione Eucap Nestor, per parte sua, si è occupata della formazione della guardia costiera somala».
Il comandante di Eunavfor si è detto favorevole anche all’imbarco di personale armato a bordo delle navi mercantili. «Nessun attacco a navi mercantili che trasportassero guardie armate a bordo ha avuto successo», ha dichiarato in conferenza stampa, sottolineando proprio il fatto che i pirati non abbiano mai avuto la meglio contro guardie armate. Nessun riferimento invece alla vicenda di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due fucilieri di marina del Battaglione San Marco prigionieri in India da ben 231 giorni per una fumosa quanto traballante accusa di omicidio ai danni di alcuni pescatori. I due marò erano stati prelevati dalle autorità di Nuova Delhi proprio mentre erano impegnati in un servizio di scorta antipirateria in acque internazionali a bordo di una nave battente bandiera italiana. Il comandante ha preferito evidentemente lasciare la politica estera al lavoro della diplomazia, e occuparsi della propria tabella di marcia. Anzi, gli unici riferimenti di Credendino all’India sono stare parole di elogio per l’alleato nella lotta alla pirateria: «Ci sono altre nazioni come il Giappone, la Cina, la Corea del Sud e l’India che pattugliano la zona per scortare le loro navi, e la cooperazione con queste forze è stata buona».
E a chi gli ha chiesto della conclusione delle operazioni prevista per il 2014, il comandante di Eunavfor ha risposto: «Abbiamo bisogno di stare qui per tutto il tempo in cui i pirati possono farsi vedere».