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“Altro che Roosevelt, siamo al di sotto di Masaniello”. Nella settimana in cui Michele Emiliano assicura che non si candiderà al Parlamento per restare alla guida del capoluogo, fino alla corsa per le regionali, Nichi Vendola annuncia lo sforamento del Patto di Stabilità interno della Regione Puglia per il 2012: “Un atto di amore per la Puglia e di lotta politica contro il Governo Monti”, dichiara in conferenza stampa, pronto a rilanciare con 500 milioni subito per aprire i cantieri. “Voglio fare come Roosevelt negli anni ‘30”, chiosa, citando il New Deal americano ma anche i fondi, tutti Europei, per accedere ai quali le Regioni devono poter mettere una quota di cofinanziamento, che il tetto di spesa del Patto rischiava di non permettere.
“Ci vorrebbero relegare al ruolo di curatori fallimentari”, attacca davanti ai cronisti l’Esecutivo, ma la scelta è destinata a terremotare il panorama politico pugliese, e secondo più di uno anche il quadro delle primarie, chissà poi con quale incidenza. Il paragone tra il presidente americano e il protagonista della rivolta napoletana secentesca “al di sotto” del quale sarebbe il Governatore, è del suo predecessore ed ex Ministro Raffaele Fitto, già alle prese, peraltro, con il delicato risiko delle candidature per il primo cittadino barese ed il prossimo presidente della Giunta regionale. “Gesto incosciente ed irresponsabile”, ha tagliato corto, aprendo la strada al fuoco di fila di tutta l’opposizione dentro e fuori l’Aula di Via Capruzzi.
Non che la deroga al Patto sia contro la legge, precisano dal centrodestra, con riferimento alle norme introdotte dal Governo Berlusconi. Contestati però sono il modus e la contropartita considerevole: la seconda prevede, per le Regioni che sforino il Patto per cofinanziare interventi correlati a finanziamenti europei, l’obbligo nell’anno successivo di ridurre la spesa corrente portandola al minimo dell’ultimo triennio, ma soprattutto il divieto di contrarre mutui per investimenti e di procedere ad assunzioni di personale “a qualsiasi titolo con qualsivoglia tipologia contrattuale, ivi compresi i rapporti di collaborazione continuata e di somministrazione, anche con riferimento ai processi di stabilizzazione in atto”. E vale anche per la Sanità e per la deroga del 15 percento al blocco del turn over per le Regioni Piano di Rientro, come previsto dal decreto Balduzzi. “Allora violi anche quello”, è stato l’invito provocatorio al leader di Sel, rivolto dai centristi dell’Udc, che lo accusano di volersi accreditare come elargitore di contributi e di sostegno al mondo delle imprese senza assumersi in toto la responsabilità delle restrizioni imposte.
E poi ci sono le tempistiche: “La legge va rispettata sempre non solo quando ci conviene, in sintesi è solo un’altra mossa elettorale: Vendola non ha fatto nulla per questa Regione, anzi…”, stronca tranchant Massimo Cassano, uomo forte del Pdl, per qualche rumors in dirittura d’arrivo a Palazzo Madama, per altri in corsa per il dopo Emiliano, anche se prima bisognerà passare dalla nuova legge elettorale. E la chiave di lettura resta la stessa nello stato maggiore degli azzurri: piroetta per riprendere quota nei sondaggi ed uscire dal dualismo Renzi-Bersani con una legislatura che rischia di finire anzitempo, lasciando la strada in salita chi verrà: “La Giunta ricorre sempre allo sforamento in campagna elettorale, lo fece a febbraio 2010 e lo fa oggi”, ricordano i cecchini azzurri, mentre i casiniani chiamano il Pd: “Qual è il giudizio della parte responsabile del Partito Democratico su questo governo regionale?”, chiedono, dopo aver già accusato più volte Nichi di strumentalizzare l’Ente.
Colpo di coda amministrativo, dunque per il Governatore, e retroterra tutto politico, con tanto di doppio messaggio al premier e a quella parte del Pd che resta ancorata all’Agenda Monti. Quanto peseranno, però le penalità imposte dal gesto in termini di lavoro ed occupazione? Otto anni di Governo avranno poi lasciato intonso quel senso di alternativa che permane nel claim per le primarie? E quanto gli varrà l’aver sparigliato, nella lunga corsa alla leadership? Difficile dirlo, e siamo ancora al giro di boa.