Un po’ come la candidatura di Laura Puppato, anche la corsa di Sandro Gozi alle primarie del Partito Democratico sta passando in secondo piano.
Rispetto ai suoi colleghi Gozi sembra essere un vero progressista. 44 anni, romagnolo, dopo una laurea in Giurisprudenza, ha girato l’Europa. Formatosi in città come Parigi, Londra e Bruxelles, Gozi diventa nel 1996 un professore universitario di fama internazionale. Forte è stato il suo impegno istituzionale che lo ha visto impegnato persino ai negoziati del Trattato di Amsterdam nel 1997.
Oggi è deputato e Responsabile del PD per le politiche europee. Dopo due legislature al parlamento nazionale è proprio sull’Europa che vuole puntare, fungendo da tramite diretto con quell’UE che conosce a menadito. Aumentare competenza, professionalità e innovazione per fare dell’Italia un punto forte del sistema europeo, senza fermarsi all’agenda Monti ma puntando su ricerca e investimenti pubblici.
Gozi vuol farsi portavoce della “generazione erasmus”, ovvero di quei 30enni e 40enni con grande preparazione che faticano a trovare spazio. Non una rottamazione renziana, bensì una rottamazione meritocratica.
Gozi supera la sinistra italiana per guardare ancora – così differenziandosi dai due candidati principali – all’Europa anche dal punto di vista dei diritti. Come l’Italia segue le politiche economiche legate all’euro deve seguirne anche i principi sociali e civili. Per questo Gozi è stato sostenitore del documento a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso che mandò in frantumi l’assemblea del PD – e la Bindi – qualche tempo fa. Perché l’Europa non è solo denaro.
FRANCESCO ANGELI