Più di tante parole che si sarebbero potute scrivere sull’inopportunità, politica e culturale, della nomina di Giovanna Melandri a presidente del Maxxi di Roma, Ernesto Galli Della Loggia, dalle colonne del Corsera, spiega in modo analitico le ragioni per cui il Ministro Ornaghi non avrebbe dovuto procedere, senza alcuna trasparenza né competizione, ad un’investitura, che si inserisce in un’infelice e disinvolta prassi tutta italiana: l’occupazione e la spartizione partitica di tutti i vertici degli Enti pubblici economici e non. Essa, lontana da ogni selezione, vaglio meritocratico di curricola e competenze, ha sempre la stessa logica alla base: perpetuare, oltre ogni logica possibile, una casta, che oggi come non mai, sembra inossidabile, per mantenere in vita, riciclandone i destini, la carriera di soliti noti. Oltre ogni logica di decenza e di convenienza
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Ernesto Galli della Loggia, Il museo delle cere (politiche) e i piedistalli degli esodati di lusso