Il capogruppo dell’Udc al Senato a Renzi: “un cialtrone qualunque non può offendere una nuova classe dirigente per un cinico calcolo politico”. Mentre ci si potrebbe chiedere se l’Udc di Salvino Pezzotta e l’Udc siculo di Nino Dina siano la stessa cosa, il nuovo si fa strada invocando i Cialtroni: altro che “oh biancofiore simbolo d’amore”…
Ove se ne fosse avvertita la necessità, il confronto tra i due finalisti alle primarie appena consumato in Rai, conferma sia il contesto già descritto qui in “Yes We Scan” sul soccorso bianco di cui Bersani non sembra riuscire proprio a farne a meno, quanto il dato per come queste “nomination” si giochino più sulla scelta delle coalizioni che sul candidato Premier del centro sinistra.
Che prima o poi ci si stava arrivando al tema, si capisce quando la Maggioni vira il timone del confronto a Sud e sulle robe meridionali. Risponde Bersani: «La lotta della legalità è un grande problema nazionale; al Sud la criminalità occupa il territorio, al Nord investe e si inserisce nell’economia reale. La destra ha fatto un disastro in questi anni sotto il profilo culturale, ha contrapposto il Sud al Nord ma se hai un problema a un braccio non puoi tagliare, devi prima guarirlo. Dobbiamo tornare a parlare di Sud in chiave nazionale” (come dire: abbiam fatto quel che abbiam fatto in Sicilia con Casini, a tell degg me’!). Renzi già annusa dove si va a parare, debole anche dei risultati scarsi che proprio dal Sud sono arrivati al primo turno per il sindaco di Firenze e ribatte: “il Sud è il luogo in cui si gioca la nostra sfida. Dobbiamo riuscire a liberarlo dalle raccomandazioni, a spendere bene i soldi o non andremo da nessuna parte”. Come dire: sarà pure che Crocetta assuma i connotati del “cambiamento radicale” (la definizione l’aveva appena data Bersani) ma andando per esclusione, restano le “raccomandazioni”.
Poi l’impietoso timone della conduttrice arriva proprio alla domanda fatale: al cuore-nervo-scoperto delle alleanze e all’ombra che Bersani si porta dietro di Casini. “Noi ci presentiamo aperti – ha detto Bersani – non vogliamo fare regali a Pdl e Lega: ne abbiamo fatti fin troppi (come dire: le cooptazioni sono cooptazioni, le coalizioni pure). “Di fronte a ondate populiste – ha proseguito Bersani – ci conviene tenere la testa un po’ aperta”. Renzi replica: «Credo che noi non dovremmo fare l’accordo con Casini. Le ipotesi di nuove alleanze mi sanno di inciucio». Quanto all’Udc, “deve stare fuori, anche quella siciliana…”.
Ahia. Non l’avesse detto che subito si arriva in realtà forse al vero unico momento di nervosismo: e visti gli addentellati siculi, non si è fatta attendere via twitter la reazione di D’Alia. Nel rispondere ad un cinguettìo di Elvira Terranova dell’Adn Kronos circa il diniego di Renzi all’inciucio con Casini, nei 140 caratteri a disposizione il capogruppo al Senato dell’Udc piazza secco un bel “@matteorenzi un cialtrone pensi a Davide Faraone e compagnia di giro”. Per gli abitanti di Vipiteno: Davide Faraone, ex deputato all’Ars e neo “trombato”, è l’agente di collegamento per Renzi in Sicilia. La citazione, provando ad interpretare la mossa allusiva di D’Alia, potrebbe non essere casuale: rimanda con ogni probabilità ad un paio di precedenti di Faraone che, da renziano siculo della prima ora, nella passata legislatura ha votato in aula l’inciucio tra il Pd e Raffaele Lombardo (nonostante abbia manifestato la sua contrarietà all’accordo tra il Pd e l’Mpa) ed è stato visto pure a braccetto con qualche esponente vintage come Salvatore “Totò” Cardinale e Beppe Fioroni. Gli Stracci volano e in Sicilia per qualcuno si è Cialtroni quando nell’isola non si arriva ad essere eletti, per altri (sarcasticamente e con qualche cognizione di causa visti i precedenti dettati dalle cronache) è praticamente un vanto. Questo scontro sulle alleanze e sugli inciuci del C-Factor è destinato a proseguire, statene certi. I polpastrelli di D’Alia in una notte come questa non riescono a prender sonno sulla tastiera. Non foss’altro che arriva un altro twitt del messinese capogruppo dell’Udc al Senato: “un cialtrone qualunque non può offendere una nuova classe dirigente per un cinico calcolo politico”. Il Nuovo si fa strada invocando i Cialtroni: altro che “oh biancofiore simbolo d’amore”. Sul “nuovo”, poi, rimane un dibattito al gerundio, mai al participo. Così come si potrebbe discutere se l’Udc di Salvino Pezzotta e l’Udc siculo di Nino Dina e Lino Leanza siano la stessa cosa: ma qui si dovrebbe aprire un “file” a parte. Ove ve ne fosse bisogno, appunto. Perchè – a mero uso didattico, che si abiti a Vipiteno o a Pantelleria – basta in fondo fare una “googolata” sugli ultimi due nomi citati. C’è pure da immaginare che nemmeno un tot di militanti di Sel dormino sonni tranquilli stanotte. Nite-nite.
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