Nel suo discorso di apertura al XVIII Congresso del Partito comunista cinese, Hu Jintao ha esposto senza mezzi termini la necessità per la Cina di diventare “una potenza marittima” allo scopo di salvaguardarne con risolutezza i diritti e i legittimi interessi marittimi. Un invito, inquadrato nel processo di modernizzazione dell’esercito, rivolto alla futura generazione di leader chiamati a prendere le redini del Paese. Sullo sfondo ci sono la tensione creata dalla disputa di sovranità con il Giappone sulle isole Diaoyu/Senkaku e la sensazione di essere oggetto di un vera e propria politica di containment.
E il messaggio a Tokyo non deve proprio essere piaciuto. Proprio per questo, e quasi in contemporanea, il ministro della difesa Satoshi Morimoto ha manifestato la volontà del suo governo di rivedere il patto di sicurezza tra Giappone e Stati Uniti per porre maggiormente l’accento sulla minaccia cinese. Sebbene non siano ancora trapelati i particolari, è certo che Tokyo voglia rispondere celermente al mutamento dei rapporti di forza in Asia Orientale e avere la garanzia che Washington intervenga senza tentennamenti in suo appoggio nelle contesi territoriali con il potente vicino.
Fonti:
– Japan to seek defense talks with U.S., Japan Times, 10 novembre 2012
– Japan Aims to Revise Security Pact With U.S., The New York Times, 9 novembre