ContronotiziaControcartoni: ma che fine ha fatto Mr. Magoo?

  Mi sono presa un pò di tempo questa mattina per riguardarmi tutti gli episodi di Mister Magoo. Era da molto che desideravo farlo. Sarà la giornata, la pioggia, che ne so, ma l'anima nostalgica og...

Mi sono presa un pò di tempo questa mattina per riguardarmi tutti gli episodi di Mister Magoo. Era da molto che desideravo farlo. Sarà la giornata, la pioggia, che ne so, ma l’anima nostalgica ogni tanto salta fuori.

Senza tediarvi con prosopopee da mamma che critica e prende le misure di tutto, ho capito che i cartoni di oggi hanno una missione. Quella di lobotomizzare i piccoli cervelli. Ovvietà, direte. Cose già dette? Ma certo. Il punto però è un altro. Mi infastidisce quel buonismo tanto caro ad alcuni, che rende i personaggi tutti bravi-buoni-bilingui-politically correct, ancor di più le storie al di là dell’immaginazione, nel senso che l’immaginazione la anichiliscono. Suoni, rumori e colori che fungono da iperstimolatori dei sensi. Ho come l’impressione che i sensi più che stimolati hanno una specie di accelerata momentanea e basta. Molto rumore per nulla, come dire.

Che fine ha fatto Mister Magoo? Ve lo ricordate? Quincy Magoo, il pensionato miope che nulla vede ma tutto fa, che si ostina a non voler portare gli occhiali e che riesce a cavarsela sempre. Quanta ironia, quanta sobrietà e comicità. Non ci sono suoni fastidiosi, ma regna un silenzio di sottofondo, rotto ogni tanto da suoni reali o musiche suggestive, dal tono leggermente retrò. I colori sono anche sfumature e declinazioni, nulla a che vedere con i primari che colpiscono e affondano la retina. C’è la poesia e il sogno. Mister Magoo è un signore garbato in fondo, il mondo lo vede con i suoi occhi miopi, vede quello che vuole vedere.

Trasforma manichini in persone, struzzi in leggiadre ballerine, parla con le cassette della posta facendo la proposta di accelerare il passo perché l’autobus a quell’ora arriva prima. Tutto ciò è meraviglioso e surreale. Questo personaggio è stato creato nel 1949 da Millard Kaufman (morto nel 2009 a 92 anni) con la collaborazione del disegnatore e regista John Hubley per la United Productions of America (UPA), uno studio di animazione nato da ex disegnatori della Disney in rotta con la famosa casa di produzione. Magoo era, infatti, lontanissimo dai canoni Disney: era adulto, scontroso, sgraziato nel disegno e negli sfondi. Ed ebbe lo stesso un successo enorme.

Possiamo fare un appello alla UPA di rimettere in produzione il cartone? Posso chiedere alla nostra televisione pubblica di trasmettere ogni sera, verso quell’ora fatidica della pausa cartone dei bimbi, episodi di cartoni “meno animati”?

Il giro su youtube merita.

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