Sono in quel di Forlì, ridente e piacevolissima provincia romagnola, di rientro da un convegno durato 2 giorni in una location d’eccezione: la rocca di Bertinoro.
Le giornate di Bertinoro sono, ormai, un appuntamento fisso, l’unica trasferta di lavoro che mi permetto nel corso dell’anno. Con me altri 3 colleghi, tra cui il mio presidente. Le giornate sono sempre ricche di stimoli ma talmente intense che alla fine siamo davvero stanchi e non vediamo l’ora di tornare a casa. Per questo, in genere, prendiamo il primo treno utile per tornare in quel di Torino, rinunciando al pranzo.
Quest’anno la prima amara sorpresa è stata il non avere più il solito treno diretto Lecce Torino. Un vecchio IC che ci portava da Forlì a Porta Nuova in circa 4 ore e mezzo. Evvabè, ormai si sa che Trenitalia favorisce l’Alta Velocità, che quando c’è è davvero comoda. Tipo Torino Roma in 4 ore e mezza oppure Milano Torino in meno di un’ora. Invece è una iattura quando per arrivare a Torino da Forlì devi cambiare minimo una volta a Bologna, con tempi d’attesa decisamente lunghi (e non c’è manco la wifi gratuita, per dire, e la sala d’attesa di Bologna è semplicemente stracolma).
Dunque, dicevo, in mancanza del comodissimo IC, abbiamo cercato di ottimizzare il ritorno cercando una soluzione che minimizzare tempi d’attesa, tempi di viaggio e costi. La soluzione scelta prevedeva l’uso di treni veloci con cambio a Piacenza
Arriviamo alla stazione puntualissimi, anzi in anticipo (che siamo un poco ansiosi), il sapore dei tortellini mangiati al volo ancora in bocca; le immagini delle altre leccornie ancora negli occhi. Cerchiamo sul monitor il treno che dobbiamo prendere: nessuna traccia. Io e la mia collega (pendolare anche lei) ci guardiamo e immediatamente capiamo. Intorno a noi voci di studenti parlano di soppressione. Velocemente ci consultiamo e ci fiondiamo alla biglietteria, insolitamente piena, a detta di pochi forlivesi presenti. Scegliamo rapidamente la soluzione di viaggio: treno regionale per Bologna dopo un’ora e poi a Bologna Freccia Rossa per Torino, con 2 ore di attesa (3 ore totali in sala d’aspetto). Arriveremo a Torino un’ora dopo il previsto. Neanche così male, alla fine. Costo anticipato (dalla mia collega) dei biglietti 240 eur circao. Lunedì speriamo che ci vengano rimborsati gli altri.
In tutto ciò, registro lo sconcerto del mio presidente: in oltre 50 anni di viaggi, anche e soprattutto in treno, non gli era mai capitata la soppressione di un treno. Ma lui viaggia per lavoro e da qualche anno su treni veloci e “di lusso”. Non era mai salito su un regionale moderno: vecchio, sovraffollato, scomodo e con le porte rotte.
Non è mai troppo tardi per imparare cose nuove, commenta.
cassandra