Durante la sveglia mattutina al fenomeno thienese delle porte inevitabilmente si è finiti a parlare di quello che è successo ieri.
E non certo della splendida partita della Viola a Torino.
Il thienese è uno di quelli che fino a qualche anno fa, ce l’aveva duro, era pronto ad occupare Palazzo Ducale, pronto coi fucili per difendere il sacro suolo della Serenissima.
Dopo col tempo e coi fatti, ha capito che “quei che sbraita dal palco no se sporca e man” ed è entrato a far parte del nutrito gruppo dei “delusi dalla politica”, del gruppo “schifati da tante parole”, del club “tanto no i capisse un casso”.
Io fedele, nei secoli dei secoli, al principio né dio, né stato, né servi né padroni e avvolta dalla mia bandiera nera, posso anche capirlo, posso condividere la sua idea del “el veneto i o gà abandonà tuti i poitici”.
Perché effettivamente è così.
Non che i veneti si siano tanto impegnati, che sia chiaro, per difendere i loro diritti. Non che la classe politica, attualmente reggente, sia diversa da tante altre in Italia. Non che non regnino tristezza, malumore, delusione … e non che si senta la mancanza di un Panto politico … fatto sta che se “i 5 di ieri” (ma comune all’altra offerta politica che gira) mirano a dirigere questo paese, qui in Veneto faran ben fatica ad avere considerazione, stima e fiducia.
Perché di base son lontani dalla concretezza delle cose, basati su slogan più o meno pubblicitari, ignari della situazione reale. Mi trovo costretta, a dover ringraziare Fabio Bolognini (@linkerbiz) per la lucida analisi che ha fatto dei programmi politici dei vari “salvatori della patria” nel suo blog.
Partendo dal vecchio, passando per quello che viene chiamato “il nuovo“, non dimenticando l’uomo stellato dall’urlo libero e chi invece qui ha profondamente deluso e amareggiato. Ecco a questi 4 se dai in mano una pmi riescono a malapena, ad accelerarne la morte.
Questi – ma permettetemelo per favore – e tutti i politici non hanno una cultura del lavoro. Penso non abbiano mai lavorato in vita loro.
Per carità, ogni lavoro ha la sua dignità che sia chiaro, ma quello che hanno fatto loro è un lavoro diverso. Non è un lavoro di fatica fisica, non è un lavoro da sporcarsi le mani (se non ti sgamano), non è un lavoro da far quadrare i conti (…. tralascio), non è un lavoro che porta pensieri.
E per questo profondo solco di differenza tra il fare e il parlare, ripeto che in Veneto sarà molto dura per tutti spuntarla. “Ciò Fede si desso chel ga vinto Bersani mandemo i tosi magnar casa sua ..”. “Ciò Fede desso che ghe ze Rensi (immancabile l’abbandono delle z) a zente spende de pi visto che el ghe trova fora 1200 euro a zente da spendar”.
Vendola non pervenuto. Troppo lontano geograficamente. La Puppato, ze na femena e sta ben casa. Tabacci ? Chi zeo ?
Troppo lontani dalla realtà quotidiana cari politici di destra, sinistra, centro, mezz’ala, centrocampo, attaccante, ecc. ecc.
Troppo intenti a raccogliere voti (e soldi) e ciechi a cosa succede nella realtà quotidiana.
Perché voi ieri eravate tutti occupati a “cambiare questo paese” ma questo paese ha deciso da tempo di cambiare da solo senza di voi, e questo ne è solo un piccolo esempio.
Ma che volete farci … i veneti ghe va ben tuto, basta asarli lavorar in pace.
Ecco, nel limite della decenza umana, lasciateli lavorare in pace. Dategli la possibilità di lavorare senza rompere tanto i coglioni.
Se invece v’interessano come bacino di voti… fate una cosa saggia: fatevi assumere per 15 giorni dai fenomeni, respirate la loro realtà e sputate il loro stesso veleno e rabbia, e dopo forse nei vostri programmi qualcosa di vicino alle loro necessità lo riuscite a scrivere.