Quito-Gaza city distano 12000 km. Il modo di vivere, di sentire, di muoversi nel mondo è altrettanto distante. Eppure, nell’apatia novembrina, fra i fatti da registrare degli ultimi giorni qui in Ecuador c’è il presidio all’ambasciata israeliana per chiedere la fine dei bombardamenti su Gaza. “Facciamo come il Venezuela e la Bolivia, fuori l’ambasciatore israeliano dal nostro paese”, urlavano i manifestanti. I bambini più piccoli, che certo non hanno consapevolezza di quale ginepraio sia la questione israelo-palestinese, avevano preparato dei disegni di bambini in pace, visto che la mamma avrà certo spiegato loro cosa succede ai bambini meno fortunati. “Pite x Palestina”, recitava un altro foglio sorretto da un indomito in giacca e cravatta. E bus, taxi, suv, tutti giù a suon di clacson. Una suonatina non costa nulla, specie nell’ora di punta. Nuovo appuntamento fra tre giorni, a ribadire il concetto.
20 Novembre 2012