Kodeuropa“Europa nazione, nazione sarà”

Il Movimento Sociale Europeo è filiazione diretta dello storico ESM (che non è il recente e famoso European Stability Mechanism, ma il ben meno conosciuto e più antico European Social Movement), na...

Il Movimento Sociale Europeo è filiazione diretta dello storico ESM (che non è il recente e famoso European Stability Mechanism, ma il ben meno conosciuto e più antico European Social Movement), nato negli anni ’50 per dare continuità a quel nazionalismo paneuropeo che aveva avuto nell’ideologia totalitaria tedesca la sua massima espressione negli anni ’30 e nelle atrocità degli anni ’40. Figlio anche di quel Movimento Sociale Italiano al quale si richiamava a partire dal nome, e al quale era collegato attraverso uno dei suoi fondatori e membri del consiglio direttivo, Augusto de Marsanich, allora (nel 1951) Segretario del MSI italiano.
Dopo una manifestazione a Roma il 10 novembre, definita da esponenti del PD capitolino “una provocazione nei confronti di Roma e della sua storia” (?), il Movimento punta sul Campidoglio il 26 novembre, una delle mete preferite delle manifestazioni di estrema destra romane, scelto proprio per il richiamo all’imperium, le radici del primo grande impero davvero europeo di cui il MSE vorrebbe essere naturale seguito.
Il sito è la raccolta degli slogan e delle battaglie più diffuse degli ultimi anni negli ambienti della destra radicale: lotta contro i “poteri forti” (all’Hotel de Russie per la riunione del Bilderberg non c’era solo la Destra romana e il PDL, ma anche questo variegato – e relativamente nuovo – movimento), battaglie contro l’usura e gli affitti (CasaPound docet), spirito unitario europeo testimoniato dai numerosi link a tutte le formazioni che si richiamano alle posizioni più estreme della destra sociale quali il Movimiento Social Republicano spagnolo oppure Troisiéme Voie e Génération Identitaire in Francia.
La nascita di questo tipo di protesta contro Bruxelles è relativamente recente, eppure il concetto di un’Europa delle Patrie e delle Nazioni contrapposta all’algida burocrazia e architettura comunitarie non è affatto nuovo, come mostrato all’inizio. In Italia la battaglia è stata portata avanti soprattutto da Terza Posizione tra gli anni ’70 e ’80 nel momento di massimo scontro tra la superpotenze prima della distensione gorbacioviana, poi da Forza Nuova negli anni ’90, con il mitigarsi dei toni delle altre forze politiche. Anche se c’è da dire che ancora molti ricordano il “No al cappio di Maastricht” di AN, forza di opposizione nel ’96, appena prima del Trattato di Amsterdam e in vista del completamento dell’Agenda Delors con l’entrata in funzione della Banca Centrale Europea.
Il revanscismo di questa posizione si spiega facilmente nella situazione attuale: le proteste assumono coloriture politiche marcate nel momento in cui non vi sono forze politiche “moderate” pronte a sostenerle. Ad oggi, nell’Europa dei governi più o meno “tecnici” e più o meno “imposti”, le forze moderate dello scacchiere politico si ritrovano nella maggioranza dei casi a sostenere quegli stessi governi contro cui si battono i movimenti succitati. L’idea dell’Europa quale terza forza, inoltre, assume rilevanza identitaria nel momento in cui una diplomazia europea tarda ad arrivare, e ventotto voci sommate non arrivano ad un grido comune. Le elezioni del 2014 sono ancora lontane, prima c’è il budget da approvare e eventuali riforme istituzionali da introdurre: l’obiettivo di questo blog è seguire un mondo non necessariamente pericoloso, né a tutti i costi in espansione, ma che merita attenzione per le sfide che riesce a porre in un dibattito politico “di area” e non solo che rimane, nonostante voci discordanti, sempre molto attivo.

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