Nei giorni in cui il governo tecnico compie un anno di vita, nelle strade di Roma poliziotti manganellano ragazzini inermi e dalle finestre del Ministero di Grazia e Giustizia vengono lanciati fumogeni su un ordinato e pacifico corteo di studenti. Nelle stesse ore alcuni ministri per sfuggire alla rabbia dei lavoratori del Sulcis ed evitare il peggio volano via, letteralmente, in elicottero. Altri ministri partecipano a cene di gala in Campidoglio, ignari di chi li abbia invitati. Altri ancora la mattina siedono sulla candrega ministeriale e il pomeriggio l’abbandonano per lavorare alacremente alla costruzione di movimenti politici desiderosi di far nascere la terza repubblica. C’é poi chi, non vede l’ora che arrivino i nuovi modellini F35 per “giocare alla guerra”, e chi ha due prigionieri veri incastrati dentro una brutta guerra diplomatica e non riesce a liberarli. Gli impegni sono tanti e urgenti e così nessuno dei nostri ministri tecnici ha avuto il tempo di mettere piede in Toscana e sporcarsi le scarpe di fango per vedere cosa può succedere oggi in Italia dopo una normale pioggia abbondante. O per andare a omaggiare nel decennale della loro morte il ricordo di 27 bambini seppelliti sotto le macerie di una Scuola pubblica.
Tecnicamente, non c’è nulla da festeggiare.