Lo sapevate che il 99% di un gel per capelli è ricavato dal grasso di maiale? E che dopo il caso della “mucca pazza” per la maggior parte dei prodotti di bellezza le componenti di origine bovina sono state rimpiazzate da quelle di origine suina? Beh, di certo lo sa quel milione di musulmani che da almeno tre o quattro anni anni acquista prodotti cosmetici fabbricati senza sostanze ricavate dal maiale. Il business sembra essere talmente allettante che, dal prossimo 23 novembre, un’impresa francese lancerà sul territorio nazionale il primo dentifricio halal certificato.
“Stiamo terminando gli ultimi test con i consumatori – spiega Nabil Hadj-Chikh, direttore di mercato dell’insegna Hal’shop al quotidiano Le Parisien, – e il gradimento sembra essere piuttosto alto”. Una buona notizia per l’azienda (che ha comunque deciso di non rivelare il proprio nome per non “preoccupare” i consumatori non halal), soprattutto considerando che quello francese è solo una piccola parte del mercato. Sarebbe l’esportazione, infatti, il grosso dell’affare. Vendere un marchio francese nel Maghreb o nel Sud-est asiatico, dove i prodotti di questo genere sono in genere di bassa gamma, sarebbe un ottimo vantaggio per sedurre una potenziale fetta di mercato di almeno 1,2 miliardi di consumatori.
Dopo le recenti polemiche sulla carne halal – uno dei momenti più caldi della campagna elettorale per le ultime presidenziali, – ci si chiede quali saranno le reazioni dell’opinione pubblica su questa ennesima iniziativa imprenditoriale. Le discussioni su internet sono già piuttosto accese: i commenti – più o meno velati di razzismo – vanno dai classici “povera Francia” o “è patetico, ormai si è capaci di tutto pur di fare soldi”, ad altri più ironici del tipo “a quando i preservativi halal?”, fino a quelli più seri in cui un utente ricorda che “l’Islam non vuole altro che proteggere la salute dei propri fedeli dai rischi sanitari che dipendono dalla carne di maiale”.
E voi? Comprereste mai una cassa di Santarelle, acqua santa certificata al 100%?