Pizza ConnectionIl call center, il precario e la ‘ndrangheta

Sono una ex dipendente Blue call di Catanzaro. Ho lavorato per LORO a tempo determinato per tutto il 2010 ma gia’ c’erano problemi di stipendi che non arrivavano e regolari buste paga. Il titolare...

Sono una ex dipendente Blue call di Catanzaro. Ho lavorato per LORO a tempo determinato per tutto il 2010 ma gia’ c’erano problemi di stipendi che non arrivavano e regolari buste paga. Il titolare dell’Azienda, pero’, ha pensato bene, ed ora capisco perche’, chiudere l’Azienda il 31 dicembre 2010, lasciandoci senza stipendio. Pur di non pagare, hanno cambiato denominazione sociale tante volte e, nonostante le nostre denunce, non siamo riusciti fino ad ora, ad avere i nostri soldi SUDATI, lavorando 8 ore al giorno. Ora, le chiedo: ABBIAMO PERSO I NOSTRI SOLDI? Sono 1200 euro, tutti documentati e LA BEFFA NELLA BEFFA io ho presentato la dichiarazione ed ho dovuto pagare quasi 500 euro. Ho 60 anni e sono veramente sfiduciata, delusa, morta dentro… Grazie di avermi dato la possibilita’ di poter dire la mia

Questo commento è arrivato sul mio sito personale, alla condivisione del pezzo pubblicato qui su Linkiesta sulla vicenda Blue Call. Un call center con importanti commesse tra cui Vodafone, Mediaset e Sky, con sedi in tutta Italia e finito nelle grinfie del clan di ‘ndrangheta dei Bellocco.

Una vicenda che ha portato in carcere 23 persone di cui 14 in Lombardia. Tra arrestati e indagati anche i proprietari dell’azienda, oltre agli uomini di mafia e sodali. «la infiltrazione – ha scritto il Gip di Milano Giuseppe Gennari – è in qualche modo gradita, in quanto i soci espressione della ‘ndrangheta assicurano protezione e difesa all’azienda da attacchi esterni provenienti da altru gruppi criminali. Questa è l’incredibile logica che porta l’imprenditore ad aprire le porte alla mafia».

Oltre alla cronaca, il commento di questa ex dipendente, dà la cifra dell’influenza della criminalità organizzata sulla vita quotidiana di aziende e persone. Per cui, soprattutto in perdiodi di congiunture economiche sfavorevoli, pensare che le mafie non intacchino le vite di tanti lavoratori è non voler vedere una realtà esistente.

Basti pensare che questa impresa nel 2011 con un fatturato di oltre 10milioni di euro, e riconosciuta come leader del settore, non procedeva per mesi ai pagamenti dei dipendenti di alcune sedi, licenziava, ma corrispondeva regolari stipendi e benefit al latitante Umberto Bellocco, arrestato nella sua villa in stile Scarface di Rosarno.

Connettendo tutti i punti della vicenda, ecco che allora che si spiegano i rilievi di dipendenti ed ex dipendenti di questa società di call-center, che erano iniziati almeno tre anni fa, quando l’interesse di imprenditori “particolari”, iniziavano a rivolgersi verso la Blue Call. Ora l’azienda, ha detto sabato dopo gli arresti il capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano Ilda Boccassini, ”verra’ gestita dallo Stato, perche’ i 600 dipendenti che ci lavorano non possono rimanere senza lavoro”.

X