In mezzo a un ponteIl counter dell’infelicità: l’uno su mille ce la fa dei concorsi pubblici

Di counter sul web ce n'è per tutti i gusti. I countdown, che contano il tempo che manca ad un dato evento, i counter di quanti hanno visitato questo o quel sito, i counter dei fan di una pagina fa...

Di counter sul web ce n’è per tutti i gusti. I countdown, che contano il tempo che manca ad un dato evento, i counter di quanti hanno visitato questo o quel sito, i counter dei fan di una pagina facebook o dei follower di un account twitter, i counter delle vendite di questo o quel prodotto o i counter, più buonisti, per le raccolte fondi. Più il counter gira più si è vicini allo scopo e più qualcuno è contento, il ragazzo che non vede l’ora che arrivi la data x del concerto, l’amministratore della pagina facebook che misura il successo della sua creazione, l’ente benefico che può portare avanti il suo progetto.

C’è un counter, invece, che più gira, più gli interessati sono meno contenti. In un periodo di precariato, di disoccupazione, di crisi, tenere il conto in tempo reale del numero di domande acquisite per partecipare ad un “concorso pubblico, per titoli ed esami, a 30 posti per l’accesso alla qualifica iniziale della carriera prefettizia” alimenta solo il nervoso. Tra l’altro questo è un concorso pubblico, già di per sé merce rara, per pochissimi posti – basta leggere meglio e si capisce che i posti in ballo già sono un po’ meno di quelli indicati, al netto delle varie categorie protette o preferenziali – e con tanti paletti, dal titolo di studi, alla fascia di età e così via. Insomma, per pochi, non per tutti.

Ma tant’è il counter è implacabile. Negli ultimi giorni, quelli che si avvicinano alla scadenza, gira sempre più veloce. Fate una prova. Fate “refresh” al vostro browser dopo due minuti, le domande saranno già aumentate e non di poco. Mentre scrivo questo post sono già dodicimilaottocentoottantatré. Aggiungete uno zero e saprete quanti soldi ha già incassato il Ministero dell’Interno. Presentare la domanda on line costa dieci euro, quote popolari direte voi. Ma, si sa, è la somma che fa il totale e centoventottomila euro non mi sembrano davvero un’inezia per le disperate casse dello Stato di questo periodo. Più gira il counter più lo Stato incassa e più diminuiscono le possibilità di successo di chi si iscrive: banale conto probabilistico. Lo Stato guadagna sull’opportunità che ti dà, al momento pari allo zerovirgoladue per cento. Uno su mille, cantava quel tale, o poco più.

Alighiero Boetti, Contatore, 1967

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