RossaFrecciaLa domenica delle primarie (a destra)

Non ci voleva il Mago Otelma per capire che la vicenda delle primarie del PDL (il partito mai nato che finge di esistere) sarebbe finita in un pasticcio grottesco. Fughe in avanti di Alfano (l'usci...

Non ci voleva il Mago Otelma per capire che la vicenda delle primarie del PDL (il partito mai nato che finge di esistere) sarebbe finita in un pasticcio grottesco.
Fughe in avanti di Alfano (l’uscita sui candidati-indagati è stata solo l’ultima di una serie), nomi in lizza surreali (mancano solo Rocco Siffredi e il coreano della canzone GnamGnam), vecchi contro giovani sul l’ala destra (La Russa e Gasparri furibondi con la Meloni), una confusione sulle date che supera ampiamente la soglia del ridicolo.
E poi c’è Lui, il Fondatore, il Catalizzatore, il Tutto.
C’è Silvio Berlusconi, che non conosce il concetto di passo indietro nemmeno di fronte al più grande motore della storia: il Tempo.
Ne viene fuori un quadro malinconico e devastante, con figurine che si muovono sulla scena tra un’intervista e una dichiarazione alle agenzie, porgendo parole il cui senso svanisce nel giro di una rotonda in bicicletta.
Che malinconia, per quello che fu il sogno maggioritario dei moderati.
Nel 1994 e poi ancora nel 2001 e nel 2008 milioni di italiani hanno scelto una speranza, un sogno.
Ma hanno anche cercato un’Italia con meno tasse, più lavoro, più impresa, più orgoglio.
Ci ritroviamo con proclami ai margini di parole preoccupate per le condizioni fisiche di Pato.
Non ce lo meritiamo.
O forse si.