Questa immagine mostra un annuncio, appeso su una cabina telefonica del marché di Belleville a Parigi. Si cerca un ragazzo di 18 anni, scomparso nel mare tra la Tunisia e Lampedusa.
In un’immagine tutta la tragedia della migrazione. I tunisini che attraversano il Mediterraneo per raggiungere spesso le loro famiglie in Italia o in Francia. Le Printemps en Exil, realizzato da Massimiliano Minissale, Marie Blandin e Giuseppe Spina, è un web documentario che segue il cammino di tre tunisini, dalla Tunisia, la primavera passata, durante la rivoluzione, a Parigi, passando per la traversata del Mediterraneo, il centro di detenzione di Lampedusa, l’Italia e la Francia. Quattro episodi: la rivoluzione, la frontiera, l’Italia e la Francia (dall’esilio all’oblio).
Gli autori non filmano una storia ma la costruiscono ne Le printemps en exil, engagés cioè implicati negli eventi che raccontano, aiutano i personaggi, viaggiano con loro, fino a ritrovarsi stranamente in una camionetta dei CRS (i celerini francesi), quasi arrestati per aver filmato una manifestazione.
Le printemps en exil inoltre è un vero webdoc, nel senso di documentario che usa il mezzo (lo usa e non si fa usare). Ne sfrutta dunque la molteplicità di punti di vista: i fimati vengono dagli operatori ma anche dai telefonini dei clandestini con immagini inedite di estremo interesse documentario della rivoluzione, la traversata in mare o il centro di Lampedusa dall’interno. Ma cosa ancor più sorprendente le possibilità di finanziamento attraverso il crowdfounding: finanziato dal CNC francese e prodotto da FrameOFF e House on Fire, infatti, il webdoc si è anche avvalso delle donazioni trasmesse attraverso “produzioni dal basso”.
Domenica e lunedi’ sarà in proiezione in loop alla Maison des métallos di Parigi nel corso del festival Migrant’scène, e presto interamente visionabile on line…