Da quasi nove mesi la vicenda di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due marò italiani fermati in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori disarmati scambiati per pirati, viene costantemente strumentalizzata e manipolata da una certa stampa italiana.
In mancanza di “buone notizie” da dare in pasto a lettori sistematicamente disinformati sulle sorti dei due militari del reggimento San Marco, periodicamente qualcuno se ne esce con l’ennesimo articolo superficiale e malizioso, contribuendo ad alzare il polverone su un contenzioso diplomatico tra Italia e India che, per contro, avrebbe bisogno solo di chiarezza.
Lo fanno, dicono, per mantenere alta l’attenzione dei lettori sul tema. Niente di più meritorio, basta lo si faccia senza inventarsi baggianate.
Ieri è stata la volta di Panorama, con un pezzo non firmato pieno di inesattezze da furbi, mezze verità con le quali ci si approfitta dell’ignoranza dei lettori – ignoranza in senso stretto, ignorare le condizioni dei marò in India, siccome nessuno gliele racconta – per soffiare sul fuoco dello sciovinismo.
Qui di seguito facciamo un po’ di “servizio antibufala” o “debunking”, paragrafo per paragrafo, riprendendo alcune parti di un pezzo più strutturato pubblicato qualche giorno fa su China Files, in cui abbiamo raccontato tutto quello che non è stato detto sul caso Enrica Lexie.
Rischiano di passare il Natale in carcere Latorre e Girone, i due fucilieri del San Marco trattenuti da 267 giorni in India.
Non rischiano nessun carcere: Latorre e Girone sono in libertà condizionata da giugno (e più avanti viene specificato anche nel pezzo di Panorama, ma nell’occhiello non stava bene dire la verità) e in 8 mesi di “prigionia” non hanno passato un solo giorno “dietro le sbarre”, ma hanno alloggiato sempre in guesthouse o hotel di lusso.
In tutto ciò, ha iniziato a circolare sul web una foto che mostrerebbe come Girone e Latorre, pur in regime di libertà condizionata, con obbligo di firma quotidiano in polizia, non sarebbero del tutto liberi. In albergo, in particolare, la loro porta della camera sarebbe chiusa esternamente con un chiavistello simile a quello usato nelle prigioni.
La foto alla quale si fa riferimento è in apertura del pezzo, opportunatamente modificata con un cerchio giallo ad evidenziare “il chiavistello”. E la foto originale non ha iniziato a “circolare sul web”, ma è vecchia di almeno 8 mesi, come si può notare nella fotogallery pubblicata dal sito di Oggi, aggiornata al 23 febbraio 2012. E’ una delle prime foto, scattata da un fotografo di Associated Press, ed è stata utilizzata un po’ da tutti i media mondiali (cercare Latorre e Girone su Google Images per credere).
Nella foto i due marò sono seduti fuori dalla loro stanza della prima guesthouse dove hanno alloggiato e il minaccioso chiavistello non è nulla di speciale. Chiunque sia mai stato in vacanza in India – ma i lettori non sono tenuti ad essere esperti di guesthouse indiane, e nessuno a Panorama ha reputato utile una spiegazione in merito – sa bene che gli ostelli e le guesthouse del subcontinente, in gran parte attrezzate con porte di legno, non hanno serrature. All’accettazione si distribuiscono lucchetti e chiavi (a volte nemmeno quello, il lucchetto bisogna portarselo) così da poter chiudere la camera.
Insinuare che Latorre e Girone vengano chiusi dentro alla stanza senza alcuna prova – senza chiedere conferma alle famiglie dei due, inventandosi di sana pianta uno scenario abbastanza improbabile – è uno stratagemma giornalisticamente scorretto, oltre che profondamente triste.
In tutto il resto del pezzo, oltre a raccontare della festa indiana di Diwali che farà slittare la sentenza della Corte suprema di Delhi a data da destinarsi, non viene spiegato su cosa in effetti debbano pronunciarsi i giudici indiani. Noi abbiamo provato a spiegarlo qui.