ResilienzeLo sciopero dei malati di sla e quell’Italia che potrebbe “perdere”

I malati di sla riuniti nel Comitato 16 novembre hanno ricominciato da due giorni  lo sciopero della fame. Chiedono l'incremento del fondo per la non autosufficienza rifinanziato la scorsa settiman...

I malati di sla riuniti nel Comitato 16 novembre hanno ricominciato da due giorni lo sciopero della fame. Chiedono l’incremento del fondo per la non autosufficienza rifinanziato la scorsa settimana dopo la cancellazione operata dal governo Berlusconi.

I 200 milioni stanziati li ritengono pochi, soprattutto in quelle regioni in cui il piano di rientro non consente di integrare la carenza del fondo nazionale.

La richiesta, considerata ragionevole da piu’ parti, non solo da questo Comitato, è che si arrivi a 400 milioni di euro. In tal caso lo sciopero dovrebbe essere sospeso e non arrivare a esisti irreparabili. E poi un conto è fare lo sciopero della fame da sani e un conto da malati.

Eppure una persona fragile sente di non avere nulla da perdere. Disperata, per sé e soprattutto per la sua famiglia, se sente di essere un peso, di aver modificato i ritmi di vita, il lavoro. Le scelte economiche. La società che ha attorno che si ostina a considerare la malattia come uno stigma sociale. E’ tutto così umano, certo. Eppure si dovrebbe fare un passo avanti a livello di civiltà. Altrimenti i progressi della medicina che hanno portato a cronicizzare alcune malattie che li abbiamo fatti a fare?

Non è umano invece che non arrivino segnali concreti di comprensione a livello politico della gravità di quanto potrebbe accadere. Se mercoledì prossimo i malati si recano a fare il presidio a Roma, se staccano il respiratore o finiscono le batterie muoiono soffocati. Una cosa atroce.

Gli animi sono tesi e le voci che si rincorrono sono molte. Alcune anche non vere: per qualche ora si era diffusa la notizia oggi che anche l’ex calciatore Stefano Borgonovo avrebbe aderito alla protesta. Ma era una bufala del web.

L’altro ieri il sottosegretario al lavoro Maria Cecilia Guerra ha detto che non si può arrivare a una soluzione in tempi così stretti. Ma in questo momento occorre trovare una mediazione. Sembra averlo capito il ministro della Salute Renato Balduzzi che a Cagliari a parlare coi malati è andato. E oggi ha chiesto ai malati di sospendere lo sciopero.

Sia chiaro dunque, che non rimane molto tempo. E che la morte di uno solo di questi malati sarebbe una sconfitta per tutti.

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