La sicurezza alimentare esiste quando tutte le persone, in ogni momento, hanno accesso a cibo sufficiente, sicuro e nutriente per soddisfare le loro esigenze dietetiche e le preferenze alimentari per una vita sana e attiva (FAO, 1996).
Per avere cibo …sufficiente, sicuro e nutriente, occorre coltivarlo e saperlo coltivare. Meglio se nel proprio orto. Non tutti però hanno la disponibilità del pezzetto di terra in cui far nascere pomodori e insalate. Per cui …se non ce l’hai l’orto, adottalo.
Eccola l’iniziativa lanciata nel 2010 da Terra Madre immediatamente raccolta dalle condotte Slow Food e dalle comunità di Terra Madre in Africa che subito coinvolgono nel progetto scuole, comunità e famiglie.
Il progetto si chiama “Mille orti in Africa“. e l’idea è di favorire la conoscenza dei prodotti locali e della biodiversità, promuovere il rispetto dell’ambiente e l’uso sostenibile del suolo e dell’acqua e creare nuove opportunità di lavoro nell’agricoltura per le giovani generazioni.
Ma fare un orto è anche altro. Significa anche e soprattutto cibo sano e fresco, significa risparmiare avendo a disposizione prodotti a chilometro zero, significa riallacciare e scambiare i saperi tra giovani e anziani, significa collaborare, ma soprattutto significa …migliorare la qualità della vita.
Mille orti quindi tra Africa e Italia, con tante scuole che partecipano all’inziativa. Certo si sa, i contesti sono diversi, ma gli orti Slow Food scolastici africani e italiani, anche se a distanza, condividono gli stessi obiettivi: insieme costituiscono una rete che lavora per riprendere contatto con la terra e la coltivano in modo responsabile traendone prodotti buoni e sani da mangiare.
Un punto chiave di questo progetto è l’integrazione tra l’esperienza agricola, la condivisione comunitaria e le attività educative.
Dicevamo quindi che un orto, se vuoi, lo puoi adottare. Che vuol dire questo? Vuol dire: garantire la formazione a giovani e a contadini per una sana agricoltura e senza l’uso di trattamenti chimici. Significa anche fornire le attrezzature necessarie e indispensabili per avviare un orto e consentire così gli scambi di conoscenze fra le comunità. E soprattutto significa garantire alle comunità locali la disponibilità quotidiana di cibo sano e fresco.
Per adottare un orto il contributo è di 900 euro. La cifra consente di coprire le spese per l’acquisto delle attrezzature, per la formazione del personale locale e per il coordinamento delle attività, per l’organizzazione di scambi di formazione, per la stampa e distribuzione di materiale didattico e per borse di studio necessarie alla formazione di giovani africani che studieranno presso l’Università di Scienze Gastronomiche (Bra, Italia).
foto del mio orto
“L’orto è come un viaggio, si imparano molte cose, anche dai compagni di viaggio:noi stiamo imparando moltissimo dai bambini.”
John Kyobe, insegnante presso la scuola superiore di Mukuno, Uganda