Libertà è partecipazioneOra serve un’alternativa credibile alla sinistra: montiana

I vincitori delle primarie di centrosinistra sono due. Il primo è Matteo Renzi, che nonostante tutto e tutti, è riuscito ad ottenere un risultato più che lusinghiero. Non dimentichiamo che all'inte...

I vincitori delle primarie di centrosinistra sono due. Il primo è Matteo Renzi, che nonostante tutto e tutti, è riuscito ad ottenere un risultato più che lusinghiero. Non dimentichiamo che all’interno del partito è schiacciato dall’establishment. Il secondo vincitore è il Pd, che esce da queste primarie notevolmente rafforzato, con un consenso in ascesa e con una base soddisfatta perchè è stata coinvolta nel processo di scelta del prossimo candidato premier progressista.

All’interno di questo scenario politico apocalittico, estramemente confuso e poco chiaro, le certezze sono poche. La prima: a marzo si dovrà votare; la seconda: il centrosinistra (come già detto) sta decollando in termini di consensi; la terza: il centrodestra è al collasso. Per queste ragioni c’è bisogno di una forza che possa concorrere nelle prossime elezioni politiche, che sia alternativa alla sinistra. Un’offerta che prosegua il processo riformatore che ha avuto inizio con il governo Monti, che si prenda la responsabilità di cambiare il Paese, che dia una speranza a chi speranza ne ha poca.

La strada da percorrere, per garantire un’alternativa degna di questo nome al centrosinistra, è una: catalizzare il meglio della società civile, dell’associazionismo e della classe politica attuale in un unico grande movimento. Il Pdl, ormai in caduta libera, è ridotto a piccolo partito che non ha nè la forza nè le possibilità di competere per governare il Paese; tra l’altro è poco credibile e la questione delle primarie rende il (o ex?) partito di Berlusconi sempre meno affidabile.

Il partito “montiano” dovrà coprire lo spazio lasciato libero da un centrodestra imploso, proporre quelle riforme liberali di cui c’è il bisogno, rinnovare lo scenario politico e lasciare la demagogia e il populismo a Vendola e Grillo.

Non dovrà essere la “casa dei moderati”, ma, piuttosto, la casa di chi vuole le riforme radicali.

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