Raramente il continuo flusso di razzi quotidianamente lanciati da Hamas in territorio israeliano fa notizia, e quindi erano mesi che la Palestina era fuori dagli schermi dei media. Di recente però l’Esercito Israeliano si è rimesso in moto, e quindi improvvisamente si è tornato a parlare del conflitto. Nel caso vi fosse venuto il dubbio, non è scoppiata alcuna guerra: la guerra c’è sempre stata, ma nessuno ne parlava.
Su Libertiamo oggi dico la mia sull’argomento:
- Perché il conflitto non ammette soluzione nel breve termine, essendo il principale ostacolo alla pace il fanatismo, soprattutto di Hamas, per cui Israele non può fare nulla per ottenere la pace e deve dunque accontentarsi di proteggere la propria popolazione,
- Perché l’unica, anche se improbabile, via di uscita dal conflitto è la creazione di un’entità politica palestinese capace di fermare il terrorismo fondamentalista, amministrare in maniera efficace i territori dell’ipotetico Stato Palestinese, e accettare definitivamente l’esistenza dello Stato di Israele.
Chiaramente, in base al primo punto, se ne deduce che ben pochi sono disponibili a percorrere la strada descritta nel secondo. Ma è proprio rompere questo circolo vizioso la condicio sine qua non della soluzione soddisfacente del conflitto.
Pietro Monsurrò
@pietrom79