Pirates! Not the Navy!Studenti in piazza: chiedete riforme, non soldi pubblici

La storia è sempre la stessa. Bandiere, striscioni, fischietti, megafoni, cori, rabbia. Gli studenti sfilano in molte piazze italiane oggi, tuttavia la ricetta richiesta è sempre la stessa: più sol...

La storia è sempre la stessa. Bandiere, striscioni, fischietti, megafoni, cori, rabbia. Gli studenti sfilano in molte piazze italiane oggi, tuttavia la ricetta richiesta è sempre la stessa: più soldi pubblici. Anzi questa volta si somma anche il vento dell’antipolitica. Da studente come quelli che sfilano provo a sottoporre ai manifestanti un ragionamento: se volete davvero ridurre il potere di una classe politica incapace e disonesta perchè chiedete ancora assistenza pubblica che alimenta le posizioni di rendita e potere dei politici? Non credete forse che la prima preoccupazione delle giovani generazioni dovrebbe essere la riduzione di un debito pubblico che rischia di farci affogare nei prossimi trent’anni? Non c’è da chiedere ulteriore spesa pubblica, c’è da premere per avere rifome radicali che trasformino la società italiana da chiusa e corporativa ad aperta e dinamica. Perchè solo quest’ultima garantirà maggiori opportunità. Aprirà ad un sistema di borse di studio, all’internazionalizzazione, al superamento del dualismo nel mercato del lavoro, a scardinare i sistemi baronali e corporativi. In definitiva, inutile dimostrare per chiedere a quegli stessi politici nazionali e locali che ci hanno portato a questo punto di amministrare ancora più soldi, la vera dimostrazione deve essere quella di un protagonismo civico capace di promuovere massicce iniezioni di libertà nella scuola, nell’università, nel mercato del lavoro italiani. Ai politici non si deve chiedere assistenza, ma domandare spazi di competizione ed aprire a nuove opportunità.

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