In mezzo a un ponteUn Paese che va a tutto gas (finché può…)

Raramente riesco a seguire cinque minuti della televisione della mattina. Questa mattina, per puro caso, sono riuscito a farlo. Mi sono fermato dal mio veloce zapping su Uno Mattina avendo riconosc...

Raramente riesco a seguire cinque minuti della televisione della mattina. Questa mattina, per puro caso, sono riuscito a farlo. Mi sono fermato dal mio veloce zapping su Uno Mattina avendo riconosciuto l’Amministratore Delegato di Enel Fulvio Conti. Ho sempre considerato la persona molto coraggiosa, ma mai mi sarei aspettato di sentire una frase di questo tipo: “Il nucleare è stata un’occasione persa per gli italiani“. Chi scrive, infatti, vede da sempre con buon occhio la tecnologia nucleare e ben prima di finire a lavorare in un’azienda che si occupa di energia. Penso però che anche i più devoti nuclearisti purtroppo debbano farsene una ragione. In Italia non ci sono speranze.

Viviamo, infatti, in un paese che ha scelto di uscire dal nucleare in modo frettoloso, pagando un prezzo elevatissimo, un paese che non ha saputo nemmeno fare dello smantellamento dei siti nucleari un asset industriale. Se oggi l’Italia avesse un’industria dello smantellamento nucleare (cosiddetto decommissioning) con i muscoli potrebbe aggredire i mercati internazionali e portare lavoro “pulito” per definizione, anche agli occhi dei più refrattari antinuclearisti.

Poco dopo Conti è stata il direttore generale per l’energia nucleare, le energie rinnovabili e l’ efficienza energetica del Ministero dello Sviluppo Sara Romano a tornare sull’argomento: “abbiamo degli istituti di ricerca e una industria di settore particolarmente ben posizionati, continuare a star dentro a questi studi diventa quindi una cosa importante, non solo per valorizzare il know how che abbiamo di tipo scientifico, ma anche per massimizzare le ricadute che questa attività può anche avere sull’ industria nazionale. Il fatto che l’ opzione nucleare non sia piu presa in considerazione non vuol dire che altri paesi non guardino a questa tecnologia. Lavorare quindi su una maggiore sicurezza, su una maggiore qualità della produzione, sulla minimalizzazione, se non sull’annullamento dei rifiuti, sono scelte di grandissima rilevanza”.

In Italia, quindi, si cerca a malapena di salvare il salvabile: competenze e ricerca. Nel mentre si applaude, ad esempio, alle decisioni della Germania: una vera e propria exit strategy dall’atomo, che, a differenza di quanto fatto a fine anni ottanta dall’Italia, almeno porta a fine vita gli impianti esistenti.

Fa sorridere però che, solo due giorni, fa l’operatore tedesco di trasporto elettrico TransnetBW chiedeva a Terna di acquistare capacità di riserva necessaria a scongiurare il rischio di blackout nei Lander meridionali in caso di giornate particolarmente rigide con elevato carico in rete… lo ha spiegato in una nota Assoelettrica. Il Presidente Chicco Testa non si è fatto scappare l’opportunità di buttarci un po’ di sana polemica: “La notizia è la dimostrazione che lo sviluppo del sistema elettrico richiede una grande dose di attenzione e di oculatezza. La Germania ha investito enormemente sull’eolico e sul fotovoltaico e ora si accinge a uscire dal nucleare. La potenza presente in Italia, frutto di un decennio di investimenti in impianti alimentati a gas di elevatissima efficienza, si dimostra essere un patrimonio utile non soltanto al nostro paese”.

Il nostro Paese va a tutto gas e, se serve, può addirittura permettersi di esportare energia elettrica, sempre che le condizioni geopolitiche e climatiche dei paesi da cui lo importa lo consentano. Solo dieci mesi fa il Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera accendeva in fretta e furia tutte le inquinantissime centrali a olio combustibile per evitare di lasciare i cittadini al freddo e al gelo.

Mentre Italia e Germania si scambiano effusioni a base di gas, in Gran Bretagna vara proprio oggi l’Energy Bill… aumenti in bolletta per finanziare fonti di energie rinnovabili, come il solare, l’eolico, ma anche il nucleare. La strada percorribile può essere una sola: un mix tra fonti energetiche diversificato ed equilibrato. Vedremo dove ci porterà la Strategia Energetica Nazionale in corso di costruzione.

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