Alle primarie del centro sinistra voterò per Matteo Renzi. Lo voto perché è giovane, soprattutto per i gerontocratici standard italiani, ed è sveglio. Mi piace perché è un liberale, ovvero mette al centro del discorso politico i cittadini con i loro diritti e i loro doveri reciproci. Rispetto alla difficile situazione odierna, Renzi mostra di avere capito che lo stato italiano deve diventare più efficiente, attraverso la misurazione della propria performance, e deve restringersi.
Voterò Matteo Renzi alle primarie perché nel suo programma economico dà molta enfasi al tema della crescita del reddito. Con mia grande gioia, non leggo nessuna panzana sulla decrescita felice e altre amenità per ricchi borghesi comodamente seduti sulle proprie rendite. La crescita economica è fondamentale, per una ragione anche solo matematica: se il reddito pro capite degli italiani cresce dell’un percento annuo (quasi un sogno in questo difficile 2012), ci vogliono 70 anni settanta perché raddoppi. SETTANT’ANNI, quasi tre generazioni, un’enormità di tempo, pensiamoci. Se il reddito riuscisse a crescere del 3 percento all’anno, otterremmo questo raddoppio in 23 anni, una sola generazione, pensiamoci.
A me interessa fortemente il tema dellagiustizia sociale, ed un miglioramento delle condizioni economiche di chi sta peggio diventa più facile da realizzarsi se l’economia cresce. Detto in altri termini: la giustizia sociale ha bisogno di crescita economica per esserci.
È difficile scrivere un programma elettorale concreto: il programma elettorale di Renzi è ricco di numeri, eccolo qui. Intendiamoci, non sempre sono d’accordo con lui, ad esempio non mi piace –in quanto demagogica, e in fin dei conti poco utile- la proposta di fissare un tetto al salario massimo, che non potrebbe essere superiore a 10 volte il salario minimo. Posso capirne il senso, ma la redistribuzione si fa meglio con il reddito minimo di cittadinanza, una delle poche cose che apprezzo nel programma di Nichi Vendola (insieme alla sua prosa, e al matrimonio tra omosessuali).
Perdono anche a Renzi il fatto di essersi dimenticato i numeri di pagina sul suo programma, al pari di Bersani. Lo perdono perché nel programma di Bersani gli unici numeri presenti sono il numero ‘900, per indicare il secolo scorso, e l’IBAN per fare un versamento a favore della sua campagna.
Voto Matteo Renzi anche per una questione generazionale: i nostri padri hanno fatto il loro tempo, hanno certamente realizzato cose buone, ma le nostre aspettative su di loro sono rimaste deluse: è la generazione del debito pubblico, che non vuole farsi da parte.
Please, è ora che si faccia da parte.
@ricpuglisi