Monza e Brianza detiene l’assai poco ambito primato della Provincia italiana con il tasso più elevato di superficie urbanizzata. Ben il 54% di quella complessiva. Prima perfino di quella, tristemente nota, di Napoli. Saldamente al secondo posto di questa black liste con il 43% di territorio edificato.
Segnali incoraggianti in un contesto finora assai poco interessato ad assicurare il rispetto degli standard urbanistici sembrano rintracciarsi. Nei primi giorni del passato mese di luglio il Consiglio comunale della città ha respinto la variante al PRG, la cosiddetta variante del Cemento. La quale si sarebbe articolata attraverso la realizzazione di sei poli tematici sulle grandi aree agricole a cintura della città per un totale di 1,6 milioni di metri quadrati e di 38 ambiti su altrettante aree minori per ulteriori 1,4 milioni di metri quadrati. Con un dato tutt’altro che trascurabile. Circa il 70% delle aree prese in considerazione erano libere. Senza contare che nella versione originale del piano erano previste edificazioni residenziali in grado di far crescere di 20.600 abitanti la città e volumi stimati in circa 3,5 milioni di metri cubi tra residenziale, terziario e produttivo. Inoltre, ecco un’altra spia del cambiamento di rotta, poco prima, alla metà di giugno, era stato proclamato il vincitore del concorso internazionale per la Nuova Biblioteca. Una struttura che nascerà dal recupero e l’ampliamento della Caserma di San Paolo. Nel centro storico della città. Il gruppo dei torinesi di Areaprogetti i migliori interpreti del progetto di inserimento di una nuova architettura con l’edificio storico esistente. Un luogo la cui antichità è testimoniata dalle stratificazioni esistenti. Complesso monastico fondato a inizio Seicento, diventato caserma dal 1785. Poi il lento declino. Quindi l’abbandono. Fino all’idea del Comune di procedere ad una sua riconversione. Così sui circa 4500 metri quadrati, ai quali vanno aggiunti i circa 900 di cortile, nascerà una biblioteca pubblica multimediale.
Il costo per la realizzazione dell’intervento per il primo lotto è di circa 5 milioni e 400 mila euro e le risorse, finanziate in parte con oneri ed in parte con mutuo a contrarre, sono già state preventivate nel Programma Triennale delle Opere Pubbliche 2011/2013 per il totale dell’importo.
La struttura ispirata, fin dal Documento preliminare alla Progettazione, agli Idea Store londinesi. D’altra parte l’esperienza in tema di biblioteche accumulata dal team vincitore è fuori discussione. Potendo vantare la realizzazione, da ultimo, della Biblioteca di Fiorano Modenese, mentre per il 2013 sono attese l’inaugurazione della Biblioteca di Rosignano Marittimo e quella della Biblioteca di Chivasso. Esperienza per così dire progettuale supportata dalla collaborazione con Maurizio Vivarelli, docente di Bibliografia e Biblioteconomia all’Università di Torino.
Le promesse ampiamente mantenute. La nuova biblioteca di Monza si presenta come qualcosa di molto differente rispetto a quelle classiche, applicando alla funzione bibliotecaria il linguaggio delle strutture commerciali e un programma diversificato di possibili usi. Non solo luogo di lettura. Per conservare e rendere fruibile un patrimonio librario straordinario. Tra cui ci sono la “Cronica cronicarum” del 1493, una storia universale stampata in caratteri gotici che ripercorre l’esistenza umana da Adamo ed Eva al tredicesimo secolo e la “Lettera della monaca di Monza”, un manoscritto originale con cui suor Virginia de Leyva, la religiosa-feudataria a cui si è ispirato il Manzoni, concedeva un diritto di pesca nel Lambro. I visitatori potranno anche seguire un corso di formazione, assistere ad un spettacolo o ad una proiezione cinematografica, ascoltare un concerto nell’auditorium.
Il progetto architettonico è caratterizzato da un ampliamento inserito nell’architettura esistente. Un mix tra nuovo e antico. Con innovative facciate di vetro e grigliati di metallo. Il volume che individua l’ampliamento dei locali esistenti, posto all’ultimo livello di uno di questi, avanza rispetto alla linea di facciata dell’ex caserma, proponendosi come un corpo semitrasparente che suggerisce l’attività in esso svolta e invita alla sua esplorazione.
Uno spazio a lungo abbandonato trasformato in una sorta di moderna agora coperta. Nella quale incontrare il sapere, socializzando. Monza sembra voler invertire la tendenza degli ultimi decenni. Riciclare gli spazi dismessi piuttosto che continuare a consumare nuovi spazi. La direzione è quella giusta. Sembra un nuovo inizio. Forse.
8 Dicembre 2012