La prima puntata l’avevamo pubblicata nel marzo scorso su questo blog dalle poche decine di visite. Avevo anche provato a fare quello che politici e politicanti si erano ‘dimenticati’ di fare da quando l’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati alle mafie è nata, cioè parlare con i dipendenti. Una di queste mi aveva spiegato abbastanza chiaramente come andavano le cose.
Mappa degli immobili confiscati alla criminalità organizzata al 31.12.2011
“Siamo in trenta – mi diceva una funzionaria della ANBSC – e veniamo affiancati da una decina di collaboratori, ma sempre troppo pochi per gestire la mole di lavoro, vista la quantità delle confische”.
Lo stesso giorno, il capo della struttura, il prefetto Giuseppe Caruso segnalava nero su bianco nel report annuale “l’assoluta inadeguatezza delle risorse attribuite all’Agenzia a fronte dei molteplici compiti, complessi e delicati, che il legislatore ha voluto attribuirle”. La criticità della situazione era stata rilevata anche dalla Corte dei Conti quando, occupandosi proprio dell’Agenzia scrisse “tale esiguità di risorse umane difficilmente potrà far fronte all’emergenza nazionale che sempre più vede i protagonisti della criminalità organizzata espandere i propri confini”.
Nove mesi dopo, le dichiarazioni del numero uno dell’antimafia Grasso in occasione del parere negativo espresso dal ministero dell’Economia sulla proroga per i dipendenti distaccati presso l’Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati alle organizzazioni criminali mafiose: “Togliere i lavoratori significa fermare l’Agenzia, bloccarne l’attivita’: questo non e’ neanche un rischio, e’ una certezza”. “Il problema e’ che l’accelerazione di fine legislatura ha creato questo tipo di problemi. Servirebbe un decreto legge ma non credo che questo sia un momento adatto per farlo. Ma cosi’ – ribadisce il procuratore nazionale antimafia – l’Agenzia non puo’ funzionare, se i suoi lavoratori vengono restituiti al loro ufficio di appartenenza”. Ma c’e’ ancora modo di rimediare? “So che era pronto il progetto di decreto, condiviso dal ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, per essere varato dal governo – risponde Grasso – Ora, credo si possa rimediare soltanto inserendo un emendamento nella legge di Stabilita’, sperando che siano tutti d’accordo, politicamente”.
Twitter: @lucarinaldi