“Berlusconi è il detentore della coppa. Ha il diritto di difenderla”. Alfano cerca di spiegare così la nuova discesa in campo del Cavaliere. Lo fa ancora una volta con una metafora calcistica. Come se gli abitanti del Bel Paese non sapessero comprendere nulla della vita reale e politica se non gliela si spiegasse per immagini riferite al mondo del pallone.
E così tutti in campo per la sesta riedizione di una partita che conosciamo a memoria: Berlusconi contro la sinistra. Con qualche variabile centrista e montiana, grillina e forse arancione.
Le repliche, si sa, annoiano e infatti tanti italiani hanno già preannunciato di disertare gli spalti. Intervistati al telefono dicono: “No grazie, non parteciperò allo spettacolo”, lanciando l’astensionismo come prima forma di “partecipazione” politica.
Berlusconi sa bene che gli italiani non lo premieranno. Ma a lui interessa altro: andare al voto con il Porcellum, scegliendo quindi tutti i futuri parlamentari del Pdl (o qualche altra sua creatura) e cercare il miracolo al Senato per impedire a Bersani di avere la maggioranza in tutti e due i rami del Parlamento.
Una mossa, in fondo scontata. Che dà agli italiani la possibilità anche di dare un giudizio politico definitivo su una stagione e il suo massimo interprete.
Un passaggio democratico purificatorio.
L’Italia potrebbe voltare pagina e chiudere questo nuovo ventennio senza scendere in Piazzale Loreto, ma mettendosi ordinatamente in fila per votare.