Berlusconi trascina il Milan in campagna elettorale

Cinque visite a Milanello nel giro di un mese. Quasi sempre il classico rito: l'arrivo in elicottero, il codazzo di giornalisti, la visita al centro sportivo e il colloquio coi calciatori, dopodic...

Cinque visite a Milanello nel giro di un mese. Quasi sempre il classico rito: l’arrivo in elicottero, il codazzo di giornalisti, la visita al centro sportivo e il colloquio coi calciatori, dopodiché sorrisi e buonumore a onor di telecamera. Silvio Berlusconi è ridisceso in campo, partendo dal pallone, forse per via dell’invito espresso dallo striscione esibito nei giorni scorsi dai sostenitori di Giorgia Meloni: “Silvio resta a Milanello”.

Il Milan si riscopre trampolino di lancio per la campagna elettorale dell’ex premier, che di metafore calcistiche e carisma da spogliatoio si nutre a colazione. Anche negli ultimi mesi falcidiati da risultati altalenanti, calciomercato fermo e tifoseria sul piede di guerra. Eppure i blitz del Cav a Milanello si sono trasformati in piccoli eventi da one man show in cui commentare delle (mancate) prestazioni di Pato e del Pdl in un sol boccone.

La macchina elettorale è rodata e, oggi più che mai, non si può vivere di sola Mediaset, con i giornalisti del Tg5 in agitazione. Per l’ennesima volta la squadra di calcio, con annessi campioni e immaginario fiabesco, diventa il mezzo privilegiato per comunicare con l’elettorato e trasmettere l’immagine del leader poliedrico, nonché padre di famiglia a Milanello e zio affettuoso per i tifosi.

Se arriverà il campione a gennaio, magari per dare una scossa alla campagna elettorale, non è dato saperlo. Certo è che in via Turati si lavora da settimane a diverse soluzioni, prestiti in primis. Nel frattempo urge ridipingere la carrozzeria del Pdl e a tal proposito pare che il Cav voglia attingere dal serbatoio rossonero, andando a pescare nel sacrario delle vecchie glorie che hanno fatto trionfare il club in giro per l’Europa.

Domenica, in prima pagina, Libero ha sfoderato i nomi dell’ex capitano Paolo Maldini e del direttore sportivo Ariedo Braida, scelti da Berlusconi tra i volti da inserire nelle liste della Forza Italia 2.0. Lunedì La Stampa rilanciava con altre voci di spogliatoio per confermare gli identikit dei due sopracitati e aggiungervi Franco Baresi, indimenticata bandiera milanista, oggi dietro la scrivania del club.

I diretti interessati si trincerano dietro il no comment. Eppure la sensazione è che anche dai rossoneri, il Cav stia tentando di ripartire per proporre un modello sorridente e vincente, come fu nel 1994 e negli anni a seguire. Con l’unica differenza che oggi il Milan non è più la corazzata europea degli anni d’oro e il suo presidente, dalle parti della politica, naviga in bassa classifica. Diciamo pure nella colonna di destra.

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