Il libro ritrovato. Consiglieri di pagineBivio

di Barbara Bernardi Amo stare agli incroci: così mi descrivo spesso. Incroci simbolici che raccontano il mio amore per l'intreccio di saperi, di gusti, di sguardi e la mia formazione stratificata ...

di Barbara Bernardi

Amo stare agli incroci: così mi descrivo spesso. Incroci simbolici che raccontano il mio amore per l’intreccio di saperi, di gusti, di sguardi e la mia formazione stratificata e per nulla settoriale.

Le biforcazioni in una vita sono lì ad indicarci la possibilità di scegliere. Eppure possono pesare come tutto ciò che, libero, chiede responsabilità. In modo simile alle storie e alle narrazioni, le diramazioni nell’intreccio della nostra vita raccontano di noi: come in una mappa esistenziale, noi siamo le scelte compiute, le strade prese e i bivi affrontati.

Mai come in questo periodo il bivio mi pare un luogo fisico e un’immagine simbolica che dice di noi, nella storia del qui ed ora personale e italiano. Dubbi, incertezze, indecisioni e l’amara sensazione di essere stati sbattuti di fronte a incroci senza però la certezza di poter scegliere. Bloccati all’imboccatura di bivi.

Restiamo, sostiamo, aspettiamo.

Delusi, impauriti, angosciati, arrabbiati.

Tremendamente stanca di aspettare e di restare a guardare, sono anch’io lì davanti, sola ma non in solitudine. Le parole del poeta americano Robert Frost sono con me a dire, meglio di me, l’intreccio emotivo e la volontà con cui muoverò, sicuramente, i primi passi.

Questa storia racconterò con un sospiro

Chissà dove fra molto tempo:

Divergevano due strade in un bosco, e io…

Io presi la meno battuta,

E di qui tutta la differenza è venuta. *

Più che mai questo è il tempo di muoversi, di scegliere, di prendere posizione, di dire chi si è attraverso le orme lasciate sul sentiero. Nel tempo della crisi che spesso atterrisce e blocca nella posizione dell’attesa, Frost mi invita ad andare. E se, amaramente, il poeta dice l’impossibilità di tornare sul viottolo lasciato, sa anche che strada porta a strada e che, in questo viaggiare, noi costruiamo noi stessi e la comunità a cui siamo legati.

So che camminerò verso la strada meno battuta perché, quando tutto sembra crollare e arrestare le energie, è il momento giusto per disegnare nuovi percorsi e dire con chiarezza quale forma questo paese e questa vita deve assumere.

Quando comincerò a incamminarmi dirò ciò che sono e farò ciò che amo, a voce alta e con sempre maggiore chiarezza, perché il bivio non si trasformi in pantano contemplativo che lascia me, noi e questo caotico e deludente paese immobili e impotenti, in attesa dell’ineluttabile destino.

Dire ciò che si è, fare ciò che si ama: la più dolce delle responsabilità.

Poi presi l’altra, che era buona egualmente

E aveva forse i titoli migliori

Perché era erbosa e poco segnata sembrava; (…)*

* da Robert Frost, “La strada non presa”, in Conoscenza della notte, Mondadori

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