Questa è la storia di due elettori che hanno preso la strada sbagliata. Due vite che in un attimo si sono trovate fuori dalle regole. Lei ha avuto il torto di non mettere al primo posto la politica, ma il lavoro. Lui è un vero delinquente: è uno che ha cambiato idea da una settimana all’altra. E sapete la cosa più terribile? Questi due delinquenti alle elezioni “serie” voteranno PD (turandosi il naso, come diceva un loro conterraneo). Non sarebbe stato meglio prendere il rischio che qualcuno di destra fosse andato a votare (non si capisce perché e per chi) e tenere Bonnie e Clyde nell’ambito della legalità?
Lei era Bonnie. Fino ad allora era stata una donna normale, sotto la legge, ma un giorno un errore la portò fuori dal giusto binario. La domenica del primo turno era di turno in ospedale, in un paesino dell’alta Maremma, dove non risiede. Sapeva che non sarebbe potuta andare a votare al primo turno, ed ecco ciò che la trasformò in delinquente. Non pensò che nel caso si fosse andati al secondo turno non gli sarebbe stato possibile chiedere di votare. E poi non era riuscita a tornare (per il lavoro incessante in ospedale) a Firenze per iscriversi. Mandò quindi una richiesta in Maremma e una richiesta a Firenze per poter votare al secondo turno, e gli risposero solo dal capoluogo della maremma. Ecco il messaggio che la dichiarava fuori legge:
“Abbiamo ricevuto la sua comunicazione:
1) Nel caso di richiesta di registrazione, oltre il tempo previsto del 25/11, il coordinamento provinciale prenderà in esame la sua domanda e le dichiarazioni connesse venerdì sera dopo le ore 20:00. Per l’elevato numero di domande ricevute la contatteremo per email solo nel caso di accettazione della sua richiesta entro le 14:00 di sabato
2) Nel caso di richiesta di voto fuori sede la sua domanda si intende accettata se residente fuori provincia e in regola con la registrazione al primo turno. La invitiamo a stampare questa risposta e a portarla con sé al seggio (il suo seggio è rintracciabile sul sito www.primarieitalianebenecomune.it selezioni il comune dove votare e la sezione fuori sede)
Il coordinamento provinciale di Grosseto.”
Firenze non rispose mai, e il punto 2) la dichiarava fuori legge. Lei era solo un medico, e la sua ignoranza delle regole l’aveva portata tra i delinquenti peggiori: i fuori sede non in regola con la registrazione al primo turno.
Poi c’è Clyde. Clyde era un delinquente abituale, perché era un ricercatore e coltivava il dubbio. Al primo turno, mentre la sua donna era di guardia in ospedale se ne stava su una terrazza con vista sull’arcipelago toscano pulendo la canna del suo blog. Aveva deciso di stare fuori dal primo turno per motivi personali. Non sapeva chi scegliere tra Pat Garret e Billy the Kid. In passato aveva avuto uno scontro a fuoco con uno dei federali (ecco qui la pallottola) e un altro federale aveva risposto al fuoco. Da allora aveva deciso di abbozzare. La questione di come venivano scelti i federali non lo appassionava, e non lo riguardava. Ma fu uno sbaglio. Federali come quelli avrebbero fatto le regole delle primarie. Neanche Billy the Kid lo convinceva. Un giorno aveva incontrato gente della banda, a Palazzo Vecchio, e lui li aveva messi in guardia: ragazzi, non scherzate con le banche. Quella idea di far saltare i derivati di Firenze con una carica di autotutela a miccia corta era una brutta storia. E l’aveva anche scritto. Ma niente da fare: i ragazzi scelsero di far detonare i derivati, invece di disinnescarli, e si scottarono le dita. Questo era il dubbio di Clyde: che sarebbe successo a mettere in mano a Billy the Kid il debito pubblico di tutto lo stato? Avrebbe provato a farlo detonare come quello della sua città? Questa tendenza di Billy the Kid a dare retta a ogni Lucignolo di turno non lo convinceva. Per questo Clyde non scese in città nel primo turno delle primarie. Poi aveva visto il duello di Pat Garret e Billy. Cominciò a prudergli la scheda, e avrebbe voluto scendere in città per il secondo turno. Ma c’erano troppi federali in giro. Rimase in terrazza, scrutando l’arcipelago, pulendo la canna del suo blog.
Finito il pezzo, mi si concederanno un paio di considerazioni serie:
1) perché sono state fatte queste regole? Pensiamo davvero che lasciando libero l’accesso a chiunque al secondo turno i seggi sarebbero stati invasi da elettori della destra? E perché lo avrebbero fatto? Per far vincere Renzi, che secondo tutti i sondaggi avrebbe poi vinto le elezioni serie? O per votare per Bersani, che avrebbe molto probabilmente provocato la ridiscesa in campo del Cavaliere?
2) Se non c’è motivo di temere la scesa in campo di elettori di destra, ma il timore è che il secondo turno avrebbe avvantaggiato uno dei contendenti, la regola è stata fatta da una parte contro l’altra. Non sarebbe allora stato più semplice non modificare lo statuto e andare direttamente al voto, quello serio, con Bersani? In questo modo non si sarebbe preso in giro nessuno.
3) Con quale affidabilità può chi fa regole di questo tipo candidarsi a rifare le regole della politica e della società civile? Saranno regole a favore dei protetti? Magari la nuova legge elettorale sarà un collegio uninominale a doppio turno dove gli indecisi del primo turno possono solo andare a farsi fottere?
Sappiano Bersani e Renzi che noi voteremo PD alle elezioni, ma saremo un elettorato difficile. Noi continueremo a pensare e a delinquere come abbiamo fatto in queste primarie. E i nostri colpi blog li inseguiranno a ogni boiata fatta e detta. E questa è la prima. Infatti, come la metteva Fantozzi (pardon, Fantocci): “queste primarie sono una boiata pazzesca”.