Dopo tredici mesi di governo, di interviste, di dichiarazioni e di casi sui giornali pare evidente che la Fornero non abbia capito granché di come funzionano la comunicazione e le dinamiche dei media. Prima cerca di mandar via i giornalisti perché si è accorta che ogni volta che la dice grossa le sue parole diventano un titolo (ma dai, Elsa, che fenomeno sconvolgente!) poi si lascia andare a questo triste sfogo intervistata da Gad Lerner «Due lacrimucce di Fornero sono state ridicolizzate per un anno mentre quelle di Vendola sono un segno di sensibilità virile per non parlare di quelle di Bersani».
Contestualizziamo. Bersani piange da Vespa perché gli mettono davanti le immagini dei suoi genitori e del vecchio prete: patetico momento di televisione ma lacrime sentimentali, la politica qui non c’entra niente. Eccolo
Le lacrime di Vendola arrivano dopo un sentenza di assoluzione: strumentalizzabili politicamente ma derivanti dallo stress di un periodo difficile, frutto di una sentenza non scontata che poteva significare l’addio alla politica del governatore pugliese.
Il pianto della Fornero arriva nel bel mezzo della conferenza stampa in cui il Governo Monti appena insediato spiega quali sacrifici debbano fare gli italiani. Gli occhi del mondo stanno guardano un ministro che si mette a piangere spiegando la situazione. Un ministro che si mette a piangere nel pieno esercizio del suo ruolo, nel primo momento importante della sua carriera nelle istituzioni e in un contesto di drammatica insicurezza per le sorti del paese.
Sono diverse le lacrime della Fornero da quelle di Bersani o Vendola? Sì sono diverse. Sarebbe forse il caso che il Ministro Fornero smettesse di lagnarsi di come la trattano i giornali cattivi e pensasse di più a quello che dice.