L'Aquila Blog. Opinioni a confronto sui fatti che contanoDeputati abruzzesi ai raggi X. Altro giro, altra corsa

Mentre a Roma nubi oscure si addensano ogni qual volta sembra apparire un raggio di sole sui futuri scenari della politica italiana - solo nell’ultimo week end è stata fondata la coalizione per Ing...

Mentre a Roma nubi oscure si addensano ogni qual volta sembra apparire un raggio di sole sui futuri scenari della politica italiana – solo nell’ultimo week end è stata fondata la coalizione per Ingroia presidente e si sono consumati i divorzi tra Monti e il ministro Passera e tra Berlusconi e Maroni- cerchiamo di verificare il lavoro dei 14 deputati alla camera eletti nel collegio Abruzzo.

I PEGGIORI
Secondo l’indice di produttività calcolato da OpenPolis.it – che tiene conto di molti fattori tra i quali le presenze e il consenso avuto dall’atto presentato da ogni singolo parlamentare – i peggiori tra i 14 deputati abruzzesi sono stati Sabatino Aracu (classificatosi 549° su 630 deputati) e Giovanni Dell’Elce (539°), entrambi del PDL. Aracu per improduttività è riuscito a battere anche il compagno di partito colpito da un grave incidente. Aracu, pur risultando presente per l’89% delle sedute, ha visto sempre le sue iniziative legislative raccogliere scarsi consensi in Aula. Non che Sabatino ne abbia presentate così tante: cinque proposte di Legge, una interrogazione, cinque ordini del giorno e 23 emendamenti. Dell’Elce, che è parlamentare da 16 anni ha invece presentato due disegni di legge e una sola interrogazione, riscuotendo un leggero maggiore consenso del collega Aracu. Sabatino Aracu, uno dei principali imputati del processo Sanitopoli abruzzese per le tangenti, che i giudici ipotizzano abbia intascato da Angelini, scalpita da consumato atleta per riavere una nuova candidatura, malgrado sia anche lui al sedicesimo anno di esperienza parlamentare. Ma si sa: non bisogna buttare via le esperienze così importanti. Siamo sicuri che ce la farà.
Dell’Elce, da quando ha avuto l’incidente con l’elicottero, non ha mai dovuto insistere tanto per andare a servire la Patria e proporre iniziative per salvare le sorti del Paese. La candidatura gli è sempre stata concessa per cause di servizio e per valorizzare le spiccate doti umanitarie dei suoi colleghi che proprio non ce la facevano a pensarlo, solo, in un letto d’ospedale. Meglio seduto in Parlamento a carico dei concittadini. Le lunghe file agli sportelli della ASL sono roba per la plebe.

Il paracadutato Ferdinando Adornato (UDC) si è classificato al 522° posto ma pare che sia già pronta una nuova candidatura in qualche altra periferia dell’Impero dove ancora non lo conoscono.

Al 461° posto, invece, troviamo il peggiore per produttività del PD:Tommaso Ginoble, che ha presentato solo un disegno di legge, 40 emendamenti e qualche interrogazione.

Altra perla del PDL è Maurizio Scelli classificatosi 341° su 630 deputati. Della timida presenza di Scelli in parlamento sembra che non si sia accorto nessuno anche perché, in cinque anni, ha presentato solo un’interrogazione a risposta scritta e un solo emendamento. Di Scelli si è occupata invece la sezione giurisdizionale del Lazio della Corte dei Conti che nel nel gennaio 2011 ha condannato Scelli in primo grado al risarcimento di complessivi 3 milioni di euro, come risarcimento del danno erariale subito dalla Croce Rossa per alcune irregolarità nell’acquisizione di servizi e forniture informatiche” mentre ricopriva il ruolo di commissario dell’Ente. E’ stato invece assolto, sempre della Corte dei Conti, dall’altra pesante accusa di aver distratto 17.595.845,15 di euro della Missione Babylonia a Nassiria. Pupillo di Berlusconi per il tempo di un attimo, può ancora vantare una stretta amicizia con la famiglia Letta. Visti i guai giudiziari ancora pendenti, c’è chi scommette che verrà ricandidato dal PDL come gesto simbolico contro l’insopportabile ingerenza politica delle toghe rosse.

I MIGLIORI
Malgrado sia entrato successivamente in parlamento, al posto del collega Costantini, Augusto Di Stanislao (IdV) è il deputato abruzzese che più si è contraddistinto per il suo lavoro alla Camera. Ha presentato ben 38 disegni di legge; 15 mozioni; 4 interpellanze; 9 interrogazioni orali e 384 a risposta scritta; 123 ordini del giorno e 393 emendamenti. Ha garantito la sua presenza per l’88% delle sedute, malgrado abbia avuto problemi di salute che sembra aver coraggiosamente risolto. Tutto questo lavoro gli ha permesso di classificarsi 21° su 630 deputati.

Dopo di lui, per trovare un deputato eletto in Abruzzo ma non abruzzese, bisogna arrivare alla 59° posizione dove c’è Livia Turco (PD), che è parlamentare da ben 25 anni. Pare che questa volta non sarà ricandidata ma qualcuno dice che ha già pronto qualche importante incarico di governo se il PD dovesse vincere le elezioni. Anche lei, sono convinti nelle segreterie romane, vanta esperienze indispensabili senza le quali l’Italia sarebbe perduta.

A tenere alta la bandiera, all’81° posto c’è una concittadina abruzzese questa volta DOC: l’on. Paola Pelino (PDL). Oltre alla messa impiega, la Pelino sembra tenere moltissimo a presenziare le sedute di Montecitorio raggiungendo il record del 97,1% delle presenze. Ed è risultata molto proficua anche la sua attività legislativa: 14 disegni di legge, 1 mozione, 1 interpellanza, 1 interrogazione a risposta orale e 7 scritte, 14 ordini del giorno e una certa positiva accoglienza da parte dei colleghi deputati.

Ancora una donna del PDL chiude la classifica dei migliori: Carla Castellani che si è classificata 133° su 360 deputati.

Seguono una pattuglia di mediocri: il misconosciuto Marcello De Angelis (PDL) classificatosi 202°; Daniele Toto (FLI) 289°; e poi Giovanni Lolli 302° e Lanfranco Tenaglia 324°, entrambi del PD, che però scontano anche il fatto di aver rappresentato per quattro anni la minoranza.

ALTRO GIRO ALTRA CORSA
Sono quindi 7 seggi al Senato e 14 alla Camera l’oggetto del desiderio dei tanti aspiranti candidati abruzzesi. Sono talmente ossessionati dai loro sogni di gloria che molti sottovalutano il rischio di una candidatura beffa: con tre schieramenti forti più l’incognita Grillo, riuscire ad essere eletti sarà un vero terno a lotto. Dalle prime proiezioni, infatti, ogni grande coalizione (+ del 20%) non potrà distribuire più di tre posti, se va bene quattro alla Camera, e due al Senato. Solo il PD può sperare di metterne dentro 7, sempre che l’Abruzzo non ridiventi il refugium peccatorum di qualche big da piazzare assolutissimamente in un seggio sicuro nella nostra regione, come accadde con La Turco cinque anni fa. E la cabala delle percentuali riserva sempre delle ulteriori sorprese. 
In bocca a lupo a tutti loro. E a tutti noi.

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