Che tempio faDonne prete? È una questione di giustizia. Settimanale cattolico Usa sfida la Chiesa

Che le donne non abbiano accesso al sacerdozio nella Chiesa cattolica è una gravissima ingiustizia. Che va corretta. Ad affermarlo così, papale papale, non è, questa volta, qualche teologo "dissenz...

Che le donne non abbiano accesso al sacerdozio nella Chiesa cattolica è una gravissima ingiustizia. Che va corretta. Ad affermarlo così, papale papale, non è, questa volta, qualche teologo “dissenziente” ma il settimanale statunitense National Catholic Reporter. Come si evince dalla testata, “cattolico”. E per giunta uno dei più prestigiosi, informati e attenti.

In occasione dell’espulsione e dimissione dallo stato clericale di padre Roy Bourgeois, notissimo religioso pacifista e sostenitore del sacerdozio femminile, già scomunicato nel 2008 per il suo appoggio alla causa delle donne prete, il National Catholic Reporter pubblica ora un editoriale durissimo intitolato «L’ordinazione delle donne correggerebbe un’ingiustizia» ((3/12). Affermando che la vocazione sacerdotale è un dono di Dio radicato nel battesimo, confermato dalla comunità «perché è autentico e evidente nella persona come carisma», l’articolo dice a chiare lettere che le donne cattoliche che hanno percepito una chiamata al sacerdozio e hanno ricevuto la conferma della loro comunità «devono essere ordinate nella Chiesa cattolica». Escluderle dal sacerdozio «è un’ingiustizia la cui esistenza non deve essere più tollerata».

L’affermazione del Vaticano secondo cui la «disobbedienza» di Bourgeois riguardo al magistero cattolico ignorerebbe «la sensibilità dei fedeli», argomenta il Ncr, «non potrebbe essere più lontana dalla verità»: Bourgeois «ha sentito la voce dei fedeli e le ha dato una risposta». La convinzione del religioso che nessuno sia legittimato a dire chi può essere chiamato al sacerdozio è condivisa «dalla maggioranza dei fedeli». D’altronde, si legge sul Ncr, il beato card. John Henry Newman parlava di tre magisteri: quello dei vescovi, quello dei teologi e quello dei fedeli. «Sulla questione dell’ordinazione sacerdotale – afferma il settimanale – due di queste tre voci sono state silenziate, motivo per cui la terza ora deve farsi ascoltare. Dobbiamo farci sentire in ogni contesto a noi accessibile, dobbiamo scrivere lettere ai nostri vescovi, ai direttori dei giornali locali e dei canali di informazione televisivi».

«Il nostro messaggio – è l’energica conclusione dell’editoriale, che invita a unirsi nel sostegno a Roy Bourgeois per correggere questo «ingiusto insegnamento» – è che crediamo che l’esclusione delle donne dal sacerdozio non abbia una solida base nella Scrittura né altra motivazione fortemente vincolante»; e se, da parte vaticana, la lettera apostolica del 1994 Ordinatio sacerdotalis di Giovanni Paolo II tenta di chiudere per sempre il discorso (Ratzinger affermò che si trattava di un insegnamento ex cathedra, quindi definitivo), i fedeli sono invece in larghissima parte d’accordo: «Le donne devono essere ordinate».

Ora, la domanda è una: quanto tempo ci metteranno le gerarchie della Chiesa a sentenziare che il National Catholic Reporter non può più dirsi catholic?

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