ABC. A-Always, B-Be, C-ClosingFotografia su Dubai: un mercato nuovamente in pieno sviluppo, e con più consapevolezza

Continua l’esplorazione di alcuni mercati esteri, sia da un punto di vista immobiliare, che economico con l’obiettivo di comprendere quale sia la reale situazione di questi Paesi, i loro punti di f...

Continua l’esplorazione di alcuni mercati esteri, sia da un punto di vista immobiliare, che economico con l’obiettivo di comprendere quale sia la reale situazione di questi Paesi, i loro punti di forza, e di debolezza, le opportunità e i rischi, attraverso le osservazioni di professionisti e operatori che vivono e lavorano sul campo, e quindi non per un semplice “sentito dire” come capita troppo spesso.

Per questo ho risentito Giuseppe Merenda, Investment Manager indipendente, che a giugno ci aveva fatto una fotografia sulla situazione degli Emirati molto franca e diretta.

Quale l’andamento dell’economia emiratina, negli ultimi mesi, dal tuo osservatorio?

L’economia del Paese è in crescita e i recenti dati pubblicati hanno, in alcuni casi, superato le previsioni attese. Secondo il Fondo Monetario Internazionale il GDP del 2012 crescerà del 3,7% e quello del 2013 del 3,4%.
Dubai si colloca al numero 26 (su 183 paesi) nel World Bank’s Doing Business Report 2013 e nello stesso report al 22° posto (dal 46° precedente) nel caso di start-up business. Confermando la forte tendenza di Dubai come hub per investitori e imprenditori che richiedono sempre più un ambiente senza vincoli nel condurre business, poca burocrazia e regime fiscale molto favorevole.

Molto positivi sono i risultati soprattutto nel settore del trasporto. Dall’aeroporto internazionale di Dubai hanno transitato – nei primi 9 mesi del 2012 – oltre 42.500.000 passeggeri con un incremento del 13,4% collocandolo al 4° posto nel mondo per traffico sia passeggeri sia merci (fonte ACI – Airports Council Interational). Inoltre Dubai si è posizionata al 9° posto nel mondo secondo la classifica del World Economic Forum per qualità e offerta delle infrastrutture superando paesi come gli Stati Uniti o la Gran Bretagna.

Sul fronte marittimo, DP World – tra le 3 top compagnie mondiali di gestione portuale e logistica che attualmente gestisce oltre 60 porti nel mondo – nei primi 9 mesi del 2012 ha incrementato del 4,5% la movimentazione merci raggiungendo la ragguardevole cifra di 14,2 miioni di TEU (container da 20 piedi).

Un’altra area in forte crescita è il turismo. Infatti, secondo fonti Governative, questo settore a Dubai è cresciuto del 13% con un incremento dei profitti dell’hospitality pari al 22% (€ 3,4 Mld) e un tasso di occupazione camere superiore al 82% (la più alta nel mondo).
Le previsioni a livello nazionale sono di una crescita degli arrivi turistici del 5,3% all’anno fino al 2022 e, di conseguenza, è previsto un incremento dell’offerta degli hotels dagli attuali 96.922 a 125,383 entro il 2016.

Altri dati molto incoraggianti giungono dal comparto retail che fa registrare incrementi importanti. Basti pensare che solamente Dubai Mall ha accolto 62 milioni di visitatori nel 2012 ed ha registrato una crescita delle vendite del 25% nel 2011.

E il mercato immobiliare ha subito particolari cambiamenti?

I recenti eventi stanno dimostrando che il mercato immobiliare di Dubai ha, ormai, superato la crisi è si sta trasformando in un mercato maturo, dove gli acquirenti ormai selezionano i prodotti secondo la qualità costruttiva, l’ubicazione e la reputazione dei developers. Un esempio tra tutti è stato la vendita di 542 appartamenti conclusa in poche ore dopo l’annuncio di un importante developer dell’avvio ai lavori di un grattacielo esclusivo ubicato in una zona centrale.

Per le aziende italiane, magari giocando in rete, penso al caso di Treviso ad esempio, quali possono essere le possibilità a riguardo?

Per le aziende italiane è chiaro che le opportunità sono molte. Resta, però, il problema legato alla poca organizzazione e conoscenza di questi mercati che, spesso, le caratterizza. Il concetto del “made in Italy” può diventare un boomerang quando si è convinti che basta questo “sigillo” per fare business all’estero.

La qualità è sempre apprezzata ma da sola non basta. Bisogna essere competitivi anche nei prezzi e soprattutto avere un’organizzazione capace di essere veramente presente su questi mercati per sviluppare una rete di vendita adeguata e studiare strategie all’altezza di un ambiente commerciale tra i più attivi e innovativi del mondo.

Spesso le aziende italiane arrivano a Dubai partecipando a una fiera con la convinzione che sia sufficiente la presenza in uno stand (spesso in comune con altri e predisposto da vari enti italiani) per vendere i loro prodotti a “ricchi e sprovveduti arabi”, ma tornano in Italia delusi per non avere concluso molti affari.

Per avere successo, qui come altrove, sono necessarie una strategia a medio-lungo termine e una presenza locale che consente di sviluppare business secondo le regole locali. Gli UAE non sono soltanto un piccolo e ricco paese mediorientale ma anche una base strategica per un mercato con un bacino d’utenza di circa due miliardi di consumatori (aree del Medio Oriente, Est Africa, Subcontinente Indiano e Regione del Caspio).

E quindi, quali i rischi?

Il rischio maggiore è quello di perdere la chance di entrare in un mercato che offre ancora opportunità per sviluppare nicchie di mercato tuttora ignorate in cui i fattori di rischio e la concorrenza quasi non esistono. Opportunità che investitori e aziende italiane non stanno sfruttando, lasciando ad altri (non italiani) i profitti derivanti dalla produzione e vendita di prodotti caratteristici italiani, soprattutto in ambito food & beverage e retail.

Ci sono poi diversi mega-progetti che paiono, francamente, molto ambiziosi. Che ne pensi?

Gli effetti della maturazione del mercato immobiliare hanno anche portato a distinguere i progetti troppo ambiziosi e impraticabili da quelli validi e concreti. Uno di questi è stato annunciato pochi giorni fa dal Governo di Dubai – che ha già stanziato una parte dei fondi necessari alla sua realizzazione – e sarà sviluppato da una joint-venture tra aziende pubbliche e private coinvolgendo anche investitori esteri.

Questo progetto – che è in linea con il Piano Strategico Nazionale 2030 – sarà suddiviso in quattro componenti principali: il primo destinata al turismo per famiglie con un enorme parco verde (30% maggiore di Hyde Park di Londra) ed un parco divertimenti gestito da Universal Studios che accoglierà oltre 100 hotels in grado di ospitare gli oltre 35 milioni di turisti provenienti dall’area MENAI (Middle East, North Africa and India). Il secondo componente prevede una shopping Mall più grande delle attuali esistenti. Il terzo area sarà dedicato alle gallerie d’arte e ai musei; mentre l’ultimo sarà una grande zona destinata allo sviluppo imprenditoriale e all’innovazione oltre ad immobili residenziali con alti standard ecologici (consumi energetici, trattamento rifiuti e conservazione dell’ambiente naturale).

Infine, quali prospettive, a tuo avviso, per il 2013?

Le prospettive sono molte e interessanti. Gli ultimi due anni hanno chiaramente dimostrato che, nonostante i mercati mondiali siano collegati l’un l’altro, questo Paese ha saputo risollevarsi rapidamente dalla crisi economica globale e oggi non risente più gli effetti della congiuntura economica negativa Europea e Nord Americana. I segreti di questo traguardo possono sintetizzarsi nella diversificazione, nel rivolgersi ai consumatori delle nuove economie e nel pianificare con strategie lungimiranti.

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