Oggi vogliamo proporre ai governanti precari attuali e quelli potenziali due suggerimenti .Il primo: smettere di dichiarare che si è salvata l’Italia da una situazione assimilabile alla Grecia. Il secondo: concentrarsi su una risposta chiave che continueremo a proporre, e far proporre, fino alle elezioni .
Primo suggerimento.Osservando da Londra le vicende economico-politiche italiane, continuiamo a leggere dichiarazioni che il governo in carica da un anno ha salvato l’Italia da una deriva greca. Suggeriamo di smetterla di affermarlo, primo perchè non è vero e svalorizza la competenza di chi la afferma, secondo perchè è una offesa all’Italia, terzo perchè è un errore politico che offre ad avversari ragioni per smentirlo ed offuscare ciò che di buono è stato invece fatto dall’attuale governo tecnico. E’ come se il comandante della Costa Crociere (Schettino), per giustificarsi ed apparire un eroe, avesse detto che aveva incontrato iceberg (invece di semplici scogli, con una manovra forse sbagliata) e rischiato di far la fine del Titanic.
Vorremmo prescindere dalla situazione greca, per rispetto a questo paese meno fortunato del vostro, ma una spiegazione minima va data. Il governo tecnico in Italia non è stato instaurato perchè il paese era in dissesto in modo disperato, è stato voluto per altre ragioni. Inoltre la situazione economica italiana era molto più equilibrata di quanto non la si dipinga. Il deficit di bilancio stava riducendosi, negli ultimi tre anni, meglio di tutti gli altri paesi europei (grazie alla cura Tremonti). Il suo bilancio era sostanzialmente in quasi equilibrio. Il risparmio delle famiglie è ben cinque volte superiore al debito pubblico. Il debito totale del sistema paese (perciò debito pubblico, più quello privato, imprese e banche), che è il vero debito da considerare per valutare le difficoltà di un paese ( poichè se i debiti privati non si pagano tutto diventa debito pubblico, come gli USA insegnano) è superiore di poco solo a quello tedesco e inferiore a tutti gli altri. Per non parlare della struttura delle imprese medie italiane, risorsa invidiataci in tutto il mondo , pur con tutti i problemi di capitalizzazione che hanno.
In sintesi l’Italia non era affatto una nave in mezzo agli iceberg senza strutture adeguate e con un timoniere economico incapace. Perciò avremmo molte cose da dire anche sul recupero di prestigio del paese.
Secondo suggerimento. Vorremmo chiedere ai candidati pretendenti alla guida del paese di concentrarsi bene su una domanda , che equivale alla richiesta sintetica del programma politico : “come pensate di ridurre le spese di un minimo del 2.5% del PIL nei prossimi due anni?”. Sappiamo che è inderogabile e pensiamo che non ci siano molte persone in grado di rispondere con credibilità. Vorremmo queste persone a governare il paese ! Sollecitiamo perciò almeno una riflessione, se non risposte . E’ una sfida che da qui lanciamo, quale contributo, a persone e partiti . Per il bene del vostro grande paese.