Vigilia di elezioni, vigilia di formazione delle liste.
Come al solito diamo il peggio di noi, dentro un sistema politico e istituzionale costruito sull’ambiguità (anche la Costituzione è vaga in molti passaggi, come dimostra il tema dello scioglimento delle Camere).
Ora va di gran moda l’ultima buffonata cui tutti si appassionano, vale a dire il furibondo repulisti delle liste.
Renzi ne ha fatto bandiera per le Primarie, Bersani ha colto la palla al balzo, Berlusconi si adegua sornione e Grillo avanza la primogenitura sul tema.
Sia chiaro a chi legge: io considero di modestissimo valore la composizione dell’attuale Parlamento e di sciagurata impostazione la legge elettorale in vigore.
Così come considero folle avere 1000 parlamentari su due Camere dai poteri identici.
Vorrei subito una Camera Bassa da 300 membri al massimo e una Camera Alta da 100, con poteri legislativi massicciamente concentrati sulla prima.
Ma da qui a dire che la soluzione è mettere in lista la società civile corre una distanza oceanica.
Ciò per un semplice motivo, che sfugge a tutti, tranne a quelli che sanno le cose.
Oggi l’attività legislativa è complessa e quasi sempre dominata dal governo.
Inoltre la funzione più importante degli eletti è quella di rappresentare, in qualche modo, i loro territori.
Queste attività richiedono grande specializzazione e molta esperienza.
Al contrario un Parlamento di neofiti messi in lista è buono per annunciare progetti mirabolanti in conferenza stampa, cui non seguono fatti concreti se non in casi rarissimi.
Il risultato finale è già scritto.
Dopo le prossime elezioni le Grandi Burocrazie saranno ancora più forti (non solo quelle nazionali) e la politica ancora più debole.
Congratulazioni vivissime.
19 Dicembre 2012