L’andamento dei mercati finanziari degli ultimi anni ha provocato nei risparmiatori una vera e propria crisi di fiducia verso mercati, operatori finanziari e addirittura nei confronti della possibilità stessa di investire il denaro in modo efficiente. I Regolatori europei hanno dunque definito una serie di norme con l’obiettivo di ristabilire la fiducia delle famiglie nei confronti del risparmio e degli operatori di mercato.
Se si guarda in particolare al comportamento degli italiani, la crisi di fiducia si è tradotta nell’incapacità di allocare il risparmio in modo coerente con i bisogni di medio e lungo termine (gli studi dei figli, l’acquisto della casa, la pensione…). Il denaro accumulato dalle famiglie, infatti, è prevalentemente investito in strumenti a bassa volatilità e che ne garantiscono la pronta disponibilità, ma che generano rendimenti molto contenuti e, soprattutto, negativi in termini reali (cioè inferiori al tasso d’inflazione).
La preoccupazione dei Regolatori e la loro grande attenzione verso lo stato del consumatore di prodotti d’investimento nascono dall’analisi di questa particolare allocazione dei risparmi e delle sue possibili conseguenze. L’impiego sub-ottimale del risparmio potrebbe, infatti, pregiudicare gli equilibri socio economici di molto Stati (Italia in primo luogo). La probabilità che ciò avvenga è aumentata negli ultimi anni a causa di due fattori che stanno iniziando a dispiegare pienamente i propri effetti. Da un lato, le condizioni demografiche hanno allungato le aspettative di vita della popolazione: aumentano quindi gli anni di vita “da pensionato”. Dall’altro, i sistemi pubblici, gravati dai severi vincoli di bilancio, saranno incapaci di garantire le stesse generose pensioni alle quali erano abituate le generazioni passate.
L’insieme dei due fenomeni rischia dunque di creare una miscela esplosiva. In un futuro (molto) prossimo, con pensioni pubbliche che in Italia copriranno nel migliore dei casi i due terzi dell’ultima retribuzione (fonte Ragioneria Generale dello Stato), i nuovi pensionati potrebbero subire un consistente calo del proprio tenore di vita, a meno di non poter contare anche su redditi finanziari frutto di risparmi investiti opportunamente.
Lo sforzo dei Regolatori va dunque letto nella prospettiva di creare le condizioni perché il risparmio sia investito opportunamente (negli strumenti giusti, con il corretto profilo di rischio e in funzione dell’orizzonte temporale dei bisogni), risultato che sarà raggiunto se, come primo passo, le famiglie avranno recuperato la fiducia nel funzionamento del sistema finanziario e verso la possibilità di guardare con maggior serenità a impieghi a più lungo termine del denaro messo da parte.