Detto e fatto. “Se non posso andare in tv farò un giro per l’Italia”, aveva detto solo ieri Silvio Berlusconi. Ma la prova di oggi, con il viaggio Roma-Milano in Frecciarossa, dà già l’idea al Cavaliere di quanto sarà dura lasciare gli studi Tv e affrontare le piazze.
Perché i giornalisti che lo attendono a Milano sono tanti. All’arrivo del Cavaliere gli si raccolgono intorno a capannello. Le telecamere stringono le inquadrature su di lui, che parla, risponde, spiega e si concede abbondantemente. Ma attorno il clima che si respira è di freddezza. Nessun sostenitore, nessun incitamento. Solo qualche curioso che scatta fotografie col cellulare. «Gli ho visto un orecchio, ora possiamo andare», dice una signora sulla cinquantina. Non è certo un bagno di folla, e mancano persino le sostenitrici più agguerrite, immancabili alle udienze di Palazzo di Giustizia. I passeggeri scorrono attorno con indifferenza.
Quando il cerchio dei giornalisti si apre, il Cav ricompare con un bel sorriso, che mantiene costante per tutto il tragitto verso l’uscita della stazione. Si guarda intorno, la mano destra fuori dalla tasca, pronta a distendersi. Ma di mani ne riesce a stringere solo una. Nessun incitamento per lui. Solo un “bella Silvio” urlato da pochi ragazzi senegalesi sulle scale.
Sale sulla macchina, il sorriso ancora lì dove lo aveva messo. Attorno solo giornalisti. Poi parte verso l’incontro con Maroni. Attorno tutto scorre normalmente.
Mi volto e quasi sbatto contro uno dei due alberi di Natale messi all’ingresso della Stazione. I milanesi e i turisti ci hanno attaccato spontaneamente “letterine” a Babbo Natale. Tra le promesse degli innamorati e le speranze di trovar lavoro, c’è anche un biglietto che dice così: Per favore Babbo Natale, fammi un regalo. Manda fora dalle … Berlusconi, Formigoni (già fatto), Maroni. Grazie grazie.
Non sarà facile affrontare le piazze. Soprattutto se l’inquadratura si allargherà oltre il sorriso.