Ebbene si. Qualcuno vuole cambiare Catania. Non lo dice qualche vecchio trombone della politica etnea ma facce “nuove” del panorama politico catanese.
Giuseppe Berretta, parlamentare nazionale PD, è sceso in campo. Accanto a se, nella serata di presentazione della sua nuova lista civica (“Io cambio Catania” per l’appunto) i neo deputati regionali Raia e Barbagallo, la Cgil catanese, imprenditori, pezzi di società civile, cittadini che vorrebbero una città diversa.
Tutto sembra cambiare. Ci dobbiamo credere? la diffidenza serpeggia. Parlare di cambiamento, di lavoro, in un clima di disoccupazione preoccupante, di meritocrazia in un contesto di clientele e mercificazione del mondo dell’occupazione, di cura del disagio sociale quando la gente fa la fila alla Caritas per un piatto di pasta o una busta di spesa, sembra essere una litania che ha stancato e che non convince più nessuno.
Ad ogni modo, nel centrosinistra catanese, si attende qualche segnale dall’area di chi il governo Lombardo, nei quattro anni che hanno paralizzato la Sicilia, lo ha veramente osteggiato. E ci riferiamo al gruppo che fa riferimento al senatore Enzo Bianco.
Da parte di Bianco ci attendiamo un messaggio forte e chiaro su ciò che vuole fare in questa città. Molti sono i comitati spontanei cittadini che ne chiedono una sua candidatura a sindaco, non solo per il ricordo entusiasmante della “primavera” catanese ma perchè negli ultimi vent’anni Enzo Bianco, con meriti e demeriti che gli appartengono, è stato l’unico sindaco credibile che abbia avuto questa città.
L’obiettivo è ripartire da chi ha cercato di combattere il malgoverno di Raffaele Lombardo, ramificato in tutti i centri di potere siciliani. E non da chi gli ha fatto “onorevolmente” da stampella.