In mezzo a un ponteLa grandeur francese dei costi dell’atomo

Enel esce dal progetto francese di Flamanville 3. Il prototipo di un reattore nucleare di terza generazione avanzata, infatti, sta costando troppo. L'EPR - acronimo di European Pressurized Reactor,...

Enel esce dal progetto francese di Flamanville 3. Il prototipo di un reattore nucleare di terza generazione avanzata, infatti, sta costando troppo. L’EPR – acronimo di European Pressurized Reactor, dove nel tempo il più familiare aggettivo European ha sostituito il più tecnico Enhanced – era candidato ad essere il modello di riferimento anche per il piano nucleare italiano. I governi francese e italiano avevano concluso i primi accordi industriali per sviluppare le prime centrali nucleari italiani proprio con la tecnologia francese.

Lo tsunami che ha travolto l’impianto nucleare di Fukushima ha poi travolto anche la ripresa nucleare italiana. Logico quindi che Enel non abbia più particolare interesse a presidiare una tecnologia che non dovrà più “replicare” in patria. Presidiare tecnologie nucleari non è uno scherzo nemmeno per un colosso come Enel, che continua comunque a occuparsi di energia nucleare in Spagna e in Slovacchia.

Quello che sta accadendo in Francia non deve però stupire troppo. Anche durante il dibattito italiano di pochi anni fa la scelta tecnologica era avvenuta non senza polemiche. Lo Stato italiano, innanzitutto, attraverso le aziende nazionali deteneva le poche competenze e professionalità rimaste dopo il referendum del 1987 su tutt’altra tecnologia, quella denominata AP1000, della americana Westinghouse. Perché quindi comprare all’estero una tecnologia sconosciuta, quando ne avevi in casa un’altra?

Già allora qualcuno sollevava dubbi sui costi della tecnologia francese. Questo a causa soprattutto di due motivazioni. La prima: il progetto francese ha un sistema rindonante di sistemi di sicurezza attivi a fronte dei sistemi di sicurezza passivi di quello americando. Più sistemi di sicurezza, per giunta da attivare su input dell’uomo, significano banalmente più costi. La seconda: la taglia dell’impianto americano, 1.100MW, è più piccola rispetto a quella francese, 1.600MW, e meglio si adatta ad essere costruita modularmente e in minor tempo.

Insomma, persino in Italia qualcuno sommessamente l’aveva detto: la grandeur francese stava davvero costando troppo.

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