Se il 27 è il giorno lieto per gli italiani che ricevono uno stipendio, il 17 dicembre è il faticoso giorno in cui si paga il saldo dell’IMU. A prescindere dalla sacrosanta riforma delle pensioni, se il governo Monti ha fatto qualcosa di redistributivo lo ha fatto attraverso l’IMU, alla faccia di chi propone un ulteriore tassazione patrimoniale durante la prossima legislatura.
Forse la cosa è passata un po’ sotto silenzio, ma vorrei farvi notare che l’IMU è di fatto un’imposta a struttura largamente progressiva, cioè pesa di più su famiglie e individui più ricchi. Le motivazioni sono tutto sommato semplici:
1) La maggior parte dei cittadini proprietari di case possiede una sola casa (abitazione principale), su cui l’aliquota è più bassa rispetto all’aliquota sugli altri immobili. Non solo: sull’abitazione principale si ha una detrazione di base di 200 euro, più 50 euro ulteriori di detrazione per ogni figlio che ha meno di 26 anni e che risiede in essa (fino ad un massimo di 600 euro).
2) La maggior parte di coloro che possiedono una seconda o una terza casa la utilizza come casa per le vacanze, ovvero non la mette a reddito. L’aliquota IMU sulle case diverse dall’abitazione principale è maggiore, ma –nel caso di abitazioni non affittate come le case per le vacanze- l’IMU assorbe la tassazione sul reddito figurativo connesso alla possibilità di godere del bene stesso (senza necessità di pagare l’affitto per una casa vacanza). Detto in altri termini, l’introduzione dell’IMU cancella la tassazione degli immobili non affittati dal modello UNICO.
3) Non ho statistiche precise in proposito, ma sono piuttosto sicuro che i proprietari di un numero di case superiori a tre tipicamente le danno in affitto (escluse le case per vacanze), ovvero detengono gli immobili a fini di investimento che dà reddito. Su questi immobili l’aliquota IMU non assorbe la tassazione sul reddito da affitto. Dunque l’imposizione fiscale è maggiore che per le case di vacanze.
Vedete dunque come la struttura dell’IMU risulta progressiva per un’ampia platea di contribuenti a motivo del differente trattamento di prima casa, case per vacanze e case affittate.
Non solo: nell’estate del 2011 il governo Berlusconi aveva introdotto una normativa per cui i beni dati in godimento ai soci (ad esempio beni immobili) vengono tassati in capo al socio che ne gode, per un reddito presunto pari all’affitto di un bene consimile. Che ruolo gioca questa norma rispetto alla tassazione immobiliare? Non dovrebbe stupire il fatto che sono le famiglie benestanti a possedere società immobiliari che possiedono immobili che danno in comodato gratuito ai propri famigliari. Su questi immobili viene introdotta ora una tassazione aggiuntiva. Conseguenza? La tassazione immobiliare diventa ancora più progressiva.
Intendiamoci: per patrimoni ancora più ampi questi livelli di tassazione più bassi per prima casa e case di vacanza diventano sempre meno rilevanti, per cui l’imposta recupera la sua natura proporzionale, ma per la maggior parte degli individui e delle società valgono le considerazioni di cui sopra. Senza dimenticare il fatto che i patrimoni immobiliari sono per definizione molto meno liquidi di un patrimonio finanziario.
La faccenda piuttosto interessante è che il segretario del PD Bersani –vincitore delle primarie del centro-sinistra- propone all’interno del suo programma una tassazione sui grandi patrimoni che si somma all’IMU. Ad onor del vero, e per tacer di Vendola, anche lo stesso Renzi proponeva un’IMU progressiva sugli immobili.
Non è chiaro se questo tipo di proposte parta dalla consapevolezza che l’IMU sia già un’imposta patrimoniale ordinaria largamente progressiva. E -dal punto di vista politico ed economico- non so neanche se è preferibile l’ipotesi della consapevolezza o dell’ignoranza. So soltanto che la facilità con cui si implementano e si prospettano aumenti di imposte è proporzionale alla difficoltà con cui si riesce a tagliare la spesa pubblica e a dismettere il patrimonio pubblico.
Poeticamente mi permetto di immaginare gli italiani che in buon ordine pagano l’IMU in banca o in posta, e intanto meditano con tenerezza nostalgica sui tagli che ormai non ci saranno più, ad esempio il mitico accorpamento delle province.
@ricpuglisi