Beppe Grillo come Monti presenta la sua agenda: sedici punti per chiarire il programma nazionale del Movimento 5 stelle. Sul suo blog, il comico genovese scrive: “Il programma di Rigor Montis, nel caso il M5S riesca a partecipare alle elezioni e le vinca (perché porsi limiti?) diventerà carta straccia con buona pace dei suoi sostenitori Casini e Fini”. Dalla legge anticorruzione, all’abolizione dei contributi pubblici ai partiti (retroattivi da queste elezioni), il ripristino dei fondi tagliati alla sanità e alla scuola pubblica “con tagli alle Grandi Opere Inutili come la Tav”. Un condensato delle voci espresse sul suo blog, certo, che però esclude uno di quei temi su cui Grillo aveva puntato, fin dal 2009: il tema droghe leggere. Perché difficilmente si adatta alla demagogia: non è tanto facile dividere vantaggi e svantaggi della legalizzazione.
Nell’agosto 2009, quando il movimento di Grillo era ancora “di lotta”, anni luce dal poter diventare “di governo”, il comico genovese ha spedito all’ex sottosegretario Carlo Giovanardi una lettera aperta per chiedere che la cannabis non fosse equiparata alle droghe pesanti e per questo era stato accusato dal Dipartimento politiche antidroga di aver fatto, con il suo blog “un inno al consumo”. Ma il potere logora, anche chi non ce l’ha (ancora): siccome l’argomento non affascina e di certo non fa ottenere voti facili (anzi, divide l’elettorato) è stato depennato.
“Libera coltivazione della cannabis”, “Legalizzare la cannabis”, “LEGALIZZIAMO, TASSIAMO, E (con i suoi proventi) DISINCENTIVIAMO L’USO E LA VENDITA DELLE DROGHE!”, “Cannabis social club”, “LEGALIZZARE LA PROSTITUZIONE E DEPENALIZZARE LE DROGHE LEGGERE”. Non sono gli ultimi slogan dei radicali, ma alcuni post pubblicati da maggio a dicembre sul blog di Beppe Grillo. Hanno ricevuto centinaia di voti e di commenti. Il 17 dicembre l’Ascia (Associazione sensibilizzazione canapa autoprodotta) in un comunicato stampa diffondeva la notizia di aver postato sul blog di Grillo una proposta di legge per la legalizzazione delle droghe leggere e il recupero di denaro da investire nella lotta all’abuso attraverso le tasse pagate dagli stessi consumatori di stupefacenti. Perché c’è stato un momento in cui Grillo sembrava seguire le stesse orme dei radicali. Tanto che la scorsa primavera-estate s’era fatto un gran parlare di corteggiamenti di Marco Pannella al movimento grillino. Una fantasia evaporata d’improvviso ieri, quando all’uscita dal carcere di Pistoia, dove Pannella s’era recato per monitorare la situazione dei detenuti, ha detto: “Dice Beppe Grillo: ‘bisogna farli fuori tutti’. Ma che fai? Beppe che hai fatto in questi 60 anni? Soldi e ottimi spettacoli”. L’epilogo di un breve flirt.
Forse il disamore per l’argomento droghe ha contagiato Grillo dopo alcuni fatti di cronaca. Il 3 agosto una consigliera comunale del Movimento 5 stelle nel municipio di Medio Ponente, Diletta Botto, è finita in carcere per spaccio. Oltre ad hashish e marijuana, la donna aveva sotto il banco anche 7,83 grammi di cocaina e 3,34 di mdma. All’inizio di novembre la figlia del comico, Luna Grillo, è stata trovata con mezzo grammo di cocaina nell’auto. La notizia è filtrata dai giornali locali e la madre di Luna, Sonia Toni, dieci giorni dopo la vicenda su Facebook ha scritto: “Vorrei soltanto ricordare a tutti gli avvoltoi che affonderanno le loro zampacce in questa situazione che in questo modo non faranno altro (come sempre del resto) che rafforzare il M5s”. A patto però che all’interno del movimento non si parli più dell’argomento droga.