Usi e consumiL’impero dello scalogno

Non ci fidiamo dei politici e dubitiamo dei preti. In compenso gli chef sono diventati i nostri maitre à penser, i guru che ci dicono non solo come mangiare ma anche come vivere.I cuochi affollano ...

Non ci fidiamo dei politici e dubitiamo dei preti. In compenso gli chef sono diventati i nostri maitre à penser, i guru che ci dicono non solo come mangiare ma anche come vivere.

I cuochi affollano i programmi televisivi, scrivono libri di ricette (e non solo), firmano panini. I festival gastronomici radunano più fans dei concerti rock: l’edizione 2012 di Identità Golose a Milano ha registrato 10mila presenze mentre il Salone del Gusto di Torino, che rappresenta un po’ il benchmark di riferimento del mercato, ha superato i 200mila visitatori. Alcuni chef, come l’italiano Carlo Cracco o l’inglese Jamie Oliver, sono diventati dei veri e propri marchi. Tutto ciò che firmano (si tratti di pasta trafilata al bronzo o di un reality show) si vende.

Ma anche i personaggi televisivi che ruotano intorno al mondo della cucina o i food blogger lanciano senza sosta app o ricettari. Il tutto si traduce un giro di affari milionario. Basta pensare che la serie “Cotto e mangiato” di Benedetta Parodi, nata sulla scia dell’omonimo programma tv, ha venduto 2 milioni di copie, per un totale di oltre 30 milioni di euro. Nell’arco di qualche anno la Parodi ha totalizzato più copie di quante ne abbia vendute, negli ultimi 50 anni, lo storico Cucchiaio d’Argento.

C’è poi il business delle scuole di cucina, che propongono corsi per tutti i gusti e tutte le tasche. Una scuola di dimensioni medie/medio-piccole a regime fattura intorno ai 10.000 euro al mese, con un utile che può raggiungere il 40%. Non stupisce che molti si siano buttati in questo settore, magari appoggiandosi a una rete in franchising. Ma ci sono anche i corsi di food writing, per futuri scrittori o giornalisti enogastronomici.

Resta da capire come mai, in questo delirio culinario, il nostro carrello della spesa sia pieno di semipronti. Preparati (come la base per la pasta sfoglia, il brodo liquido o il soffritto surgelato) che non necessitano di essere cucinati, ma, al massimo, devono essere assemblati. Tagliamo fuori dai discorsi sociali chi non sa argomentare la differenza tra la cipolla e lo scalogno, idolatriamo gli chef come nuovi sacerdoti e, poi, nel frigo nascondiamo il preparato per torte Cameo?

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