RossaFrecciaL’Italia finisce a Malagrotta

Mentre tutti si affannano intorno allo stanco rito delle elezioni (che contano assai meno di un tempo), si consuma nell'indifferenza generale l'ennesima tragedia del rinvio sine die, dell'incoclude...

Mentre tutti si affannano intorno allo stanco rito delle elezioni (che contano assai meno di un tempo), si consuma nell’indifferenza generale l’ennesima tragedia del rinvio sine die, dell’incocludenza amministrativa, dell’incapacità gestionale e decisionale.
È l’annosa vicenda della gestione del ciclo dei rifiuti di Roma, che trova a alcuni decenni sistemazione nella più grande discarica d’Europa, in località Malagrotta.
Bruxelles ci chiede da tempo di chiudere quel mostro (che comunque è servito fin qui allo scopo), i cittadini della zona si lamentano, ma nessuno sembra in grado di decidere qualcosa.
L’intreccio dei poteri e dei veti tra governo, regione, provincia e comune pare inestricabile.
Tutti danno la colpa a qualcun altro, mentre Roma mantiene un livello bassissimo di raccolta differenziata e rimane l’unica grande città d’Europa che non si organizza in modo adeguato e moderno per lo smaltimento dei suoi rifiuti.
Adesso pare giunto il tempo di un nuovo commissario speciale, tipico rito italiano che, generalmente, porta alla paralisi, poiché finisce per aggiungere un nuovo pseudo-decisore in un mondo dove nessuno vuole decidere.
Solo un pazzo può pensare che sapremo metter a posto lo spread se non siamo capaci di sistemare il cassonetto.

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