Città invisibiliMessina, al Tirone, un progetto (forse) di riqualificazione

“E’ questo un raro e amenissimo sito, ornato di vaghi e graziosi giardini con prospettiva superba, donde si scopre la maggior parte della città col suo porto e tutta la Calabria che gli sta di fron...

“E’ questo un raro e amenissimo sito, ornato di vaghi e graziosi giardini con prospettiva superba, donde si scopre la maggior parte della città col suo porto e tutta la Calabria che gli sta di fronte; è anche circondato da campagne e colline amenissime … ”. Così scriveva del quartiere messinese di Tirone lo storico locale Cajo Domenico Gallo nel 1755. Ancora oggi il quartiere a sud-ovest della città, conserva una sua bellezza. Anche se un po’ “offuscata”. Lungo l’antica S. Maria degli Angeli, l’antica via Sergi, che si sviluppa da valle a monte in prossimità della cortina muraria cinquecentesca, ci sono edifici a due e tre piani, successivi al terremoto del 1783. Oltre alla chiesa di S. Maria degli Angeli al Tirone, del 1601, e della Natività di Maria al Noviziato del 1623.
Nel complesso un ambito “importante” ma che necessita di interventi di riqualificazione. Come quelli promessi dal programma di urban regeneration del quartiere, premiato dalla sesta edizione del premio “Urbanistica”, nella sezione “Inserimento nel contesto urbano”. Il concorso indetto dalla rivista dell’Istituto nazionale di Urbanistica sulla base delle preferenze espresse dai visitatori di Urbanpromo, l’evento nazionale di riferimento per il marketing urbano e territoriale promosso dall’Istituto Nazionale di Urbanistica e da Urbit, ha deciso di gratificare il progetto promosso dalla STU “Il Tirone” e presentato alla manifestazione dallo Studio FC&RR Associati srl. Gli intenti, a quel che si legge, nobili.
La Società di Trasformazione Urbana (STU) “Il Tirone” Spa, in applicazione alla Legge 15.5.1997, n. 127, art. 17, ha attivato un programma di interventi. Riguardanti il nucleo originario del Tirone e le zone circostanti, da piazza Lo Sardo, con i suoi caratteristici portici, alla scalinata S. Barbara, alle limitrofe aree militari. Interventi declinati attraverso processi di recupero, riqualificazione urbana e ricucitura del tessuto sociale. In un’ottica di sostenibilità e fattibilità. Un progetto nel quale il concetto della urban regeneration è chiaramente associato all’obiettivo della costruzione di “nuovi interessi privati i cui benefici siano plurimi e allargati alla cittadinanza”. Una operazione che passa anche per alcune modifiche attuative del Piano Regolatore, che assicurino la valorizzazione delle effettive preesistenze e l’attuale sottoutilizzo dell’area, il miglioramento della viabilità interna e di attraversamento.
Intenti “resi” da ricostruzioni digitali. Che sembrano rappresentare la nuova vita del quartiere.
Sembrano superate le perplessità di alcuni mesi fa. Quando dietro la riqualificazione si temeva si nascondesse una cementificazione. Operazioni urbanistiche che nulla avrebbero avuto a che vedere con la il restyling del quale si parla(va). A partire dai lavori di realizzazione di un fabbricato ad uso commerciale ai margini del Tirone, costituito da 5 elevazioni fuori terra e due piani di parcheggio interrati che avrebbero dovuto costituire la base su cui far poggiare un’ulteriore edificio di altri 5 piani con ingresso da viale Italia. A stupire, in particolare, era come si potesse iniziare un recupero di aree degradate utilizzando leggi che permettevano di andare in variante del Prg per realizzare un probabile supermercato. Senza invece utilizzare immediatamente e prioritariamente i finanziamenti disponibili per avviare la fase di bonifica e di recupero di tutta l’area. Senza contare che il progetto Stu-Tirone comprende anche altre realizzazioni di nuovi immobili residenziali e ad uso pubblico. Oltre al recupero di alcuni plessi e della splendida scalinata. Con un ulteriore vulnus. La mancanza della valutazione degli effetti provocati sulla viabilità, dai nuovi insediamenti.
Problemi che sembrano superati. Con la realizzazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica per eliminare il disagio abitativo del quartiere. Interventi di edilizia scolastica per ridurne il disagio sociale, risolvendo nel contempo i problemi strutturali esistenti. La riorganizzazione delle attività produttive insistenti nell’ambito. La riqualificazione delle vie, piazze e scalinate come luogo di incontro. Laboratori per la riqualificazione funzionale dell’ambito interessato, con attenzione alla viabilità e ai percorsi pedonali, e per la risoluzione delle problematiche connesse alla presenza delle aree militari.
Messina, il Tirone, si giocano il loro futuro. La qualità del progetto potrebbe garantire una storia nuova alla città, al quadrante nel quale si conservano importanti monumenti del primo barocco siciliano.